Una radiografia nel 1910 |
Cremona
vanta un primato, forse poco conosciuto, ma di fondamentale
importanza nella ricerca scientifica e nella diagnostica: quello di
essere stata una delle prime città italiane, seconda in Lombardia
dopo Milano e Pavia, e ben prima di Brescia e Parma, a dotarsi di
un'attrezzatura radiologica all'avanguardia. E' infatti il 1908
quando l'ospedale Ugolani Dati realizza un laboratorio
Röntgenterapico per scopi diagnostici e terapeutici, affidandone la
cura al primario chirurgo Tommaso Busachi. Pochi anni prima, l'8
novembre 1895, il fisico tedesco Wilhelm
Conrad Röntgen nel corso di esperienze con tubi a raggi catodici,
aveva scoperto che dall'anodo di questi tubi venivano emesse
radiazioni, di natura misteriosa, capaci di impressionare le lastre
fotografiche, che per questo motivo aveva chiamato raggi X. Aveva poi
approfondito lo studio delle proprietà dei raggi, dimostrando che
essi non vengono deviati da campi elettrici e magnetici, che sono
capaci di ionizzare i gas e di suscitare la fluorescenza di
particolari sostanze e che sono dotati di un elevato potere
penetrante. Ma quel che più aveva colpito, sin dall'inizio, nella
scoperta di Röntgen, che nel 1901 gli era valsa il premio Nobel per
la fisica, era la possibilità di ottenere per mezzo dei raggi X, in
virtù del loro diverso assorbimento da parte dei tessuti organici,
"fotografie" per trasparenza dell'interno del corpo umano,
aprendo alla medicina orizzonti del tutto nuovi.
Ovviamente
la tecnologia dei materiali utilizzati non consentiva un utilizzo
capillare della nuova metodologia medica e diagnostica, per cui i
cosiddetti laboratori elettrologistici roentgenologi si diffusero
molto lentamente e quasi sempre a seguito di iniziative private. Vi
erano difficoltà obiettive: la mancanza di una rete pubblica di
distribuzione della corrente elettrica, macchine ancora primitive,
lastre costituite da sali d'argento allo stato colloidale, tubi
radianti ricavati in grandi ampolle di vetri, con tempi di
esposizione che, per una radiografia approssimativa di parti
anatomiche di spessore modesto, richiedevano decine di minuti.
Effettuazione di una radiografia nel 1918 |
Eppure
Cremona aveva intuito immediatamente le grandi potenzialità della
nuova tecnica medica e diagnostica, tant'è che l'anno prima proprio
un giovane cremonese, Massimiliano Fiorini, si era laureato in
medicina all'università di Bologna ed aveva aperto un gabinetto
roentgenologico privato in via Robolotti. Proprio il giovane Fiorini,
che poi nel 1924 sarebbe diventato il primario di radiologia
dell'ospedale maggiore e della casa di cura San Camillo, fondata nel
1904, è all'origine di un'aspra polemica scoppiata nell'autunno del
1909 che costituisce forse il primo esempio del conflitto tra
assistenza pubblica e laboratori privati. Tutto nasce da un articolo
pubblicato sul giornale “La Democrazia” in cui un certo “Già”,
sigla dietro cui si nasconde Giovanni Arrivabene, aveva criticato
aspramente il direttore del gabinetto röntgenologico dell'Ospedale
Ugolani Dati. La paternità dell'articolo fu però attribuita al
dottor Fiorini, titolare, appunto, dell'unico laboratorio privato.
L'unico torto che aveva avuto il professor Busachi era quello di
essersi rifiutato di utilizzare il laboratorio dell'Ugolani Dati per
curare Arrivabene il quale, consigliato dall'Università di Bologna,
si era rivolto alle cure del dottor Fiorini e, solo in un secondo
tempo, in seguito alla chiusura dell'ambulatorio di quest'ultimo,
all'ospedale. Ma, al di là del fatto personale, la polemica offre un
interessante spaccato di quale sviluppo avesse avuto la nuova tecnica
diagnostica e terapica a pochissimi anni dalla sua scoperta. Fiorini
che entrò nel dibattito a piè pari, denunciò il fatto che
all'Ugolani Dati non vi fosse personale specializzato che facesse
funzionare la nuova attrezzatura, destinata a rimanere ferma o
sottoutilizzata, per le terapie. “Così, senza scendere a troppi
particolari - scrive Fiorini un articolo del 17 novembre 1909 – io
ho sempre sostenuto che un Gabinetto Röntgenologico non può
reggersi senza la direzione di una persona profondamente cognita
della specialità che si occupi «esclusivamente» di questa branca
della fisica medica. Di questo mio stesso parere io reputo, senza
tema di smentita, tutti i medici cremonesi e gli eminenti
professionisti di Bologna, Brescia, Lucca, Torino che Ella cita, i
quali tutti avranno potuto con molta ragione approvare «soltanto»
ed elogiare il magnifico, sontuoso impianto del Gabinetto ch'Ella ha
la fortuna di dirigere, ma non il suo funzionamento. Di fatto, in
tutte le città ch'ella s'è limitato di enumerare, esistono uno o
più «specialisti» della materia, che esclusivamente si curano di
radiologia. Anche qui Cremona del resto il bisogno di uno
specialista era risentito, giacchè sta di fatto che io venni
ripetutamente incaricato, ad es. dagli egregi primari Dalla Rosa e
Conti, di interpretare le negative che Lei fornisce all'Ospedale
Maggiore. Questo sta a provare che gli esimii colleghi trovano
necessario che l'interpretazione delle negative venga data da un
cultore della materia, perchè sono consci «della grave
responsabilità» che un röntgenologo assume allora che ha da
leggere una negativa.
Laboratorio radiologico del 1918 |
Nello
stesso articolo Fiorini sottolineava che l'attrezzatura radiologica
dell'Ugolani Dati era perfetta, ma non era mai entrata in funzione,
“e ciò è dovuto al fatto che ben difficilmente un professionista
può moltiplicare tanto la propria operosità da poter esercitare
contemporaneamente le funzioni di primario di chirurgia, direttore di
un ospedale ed annesso ambulatorio, nonché esercitare un Gabinetto
Röntgenologico, che deve servire a due ospedali, che
complessivamente sommano la bellezza di circa 900 letti”. La
risposta risentita di Busachi non si fece attendere: nella replica
spiegò che proprio al Gabinetto dell'Ugolani Dati era stata inviata
da eminenti specialisti una paziente per effettuare una diagnosi con
la nuova apparecchiatura, che il successivo intervento operatorio
aveva confermato nella sua esattezza. Nella polemica si inserisce
anche un altro misterioso dottor “Alfa” che, tra il serio ed il
faceto, delinea in modo efficace quale fosse la situazione
determinata in città dalla nuova tecnica diagnostica: “In questo
momento – scrive su “Interessi cremonesi” del 6 dicembre 1909 -
ballano la furlana i raggi röntgen, tanto sui giornali come nelle
lezioni di cultura popolare, e Cremona va riempiendosi si
radiografie, radioscopie, radioterapie e via discorrendo. Tutta una
baraonda röntgenologica che fa raddrizzare i capelli, per permettere
poi più facilmente possa compiersi una completa e fulminea
depilazione elettrica eliminatrice di abbondanti degenze nei comparti
dell'Ospedale maggiore”. Sì, perchè nel fervore generale verso la
nuova tecnologia si era inserito anche l'Ospedale maggiore, che
avrebbe voluto un'attrezzatura analoga a quella dell'Ugolani Dati,
economicamente insostenibile e del tutto superflua: “Ce n'è
d'avanzo dei gabinetti già esistenti – insiste il dottor “Alfa”
- uno in ambiente spedaliero e l'altro impiantato da un privato
professionista. Necessità per un nuovo impianto, non esistono
affatto: a meno che possano ritenersi necessità i bisticci pettegoli
che da un po' di tempo si accumulano intorno a questo nuovo
servizio”. Le difficoltà tecniche nell'ottenere buone radiografie
ed i costi spropositati rispetto ai risultati sconsigliano la
moltiplicazione dei nuovi apparecchi: “Il consumo enorme delle
lastre, i tubi che si rovinano, il personale che occorre, di fronte
al limitato richiamo d'infelici al gabinetto ed ai guasti frequenti,
la conseguente favorita chiusura del laboratorio per mesi e mesi,
importano sacrifici enormi che il bilancio dell'Ugolani Dati non può
in via assoluta sopportare ulteriormente”. In realtà la disputa
non è solo su una questione di sostenibilità economica, ma su un
diritto di primogenitura. Il dottor Massimiliano Fiorini, il primo
medico ad essersi interessato alla nuova tecnologia diagnostica e
terapeutica con i raggi X, avrebbe legittimamente desiderato assumere
la direzione del laboratorio dell'Ugolani Dati, mentre l'Ospedale
maggiore, privo di una attrezzatura, avrebbe voluto possederne per
far concorrenza all'altro nosocomio. Il “dottor Alfa” mostra di
conoscere molto bene queste dinamiche e spiega: “Se si fossero
appagati i desideri del dottor Fiorini, non si avrebbe in città un
doppio gabinetto Röntgen: e all'ospedale maggiore, pensionata la
causale, reclamante per semplice supremazia, che parallelamente
all'impianto dell'Ugolani Dati si procedesse almeno a consimile
impianto nello Spedale Maggiore nessuno avrebbe più pensato a
dispendiosi impianti per produrre bene o male dei raggi x o y”. Per
cui “potrebbe essere fatta benissimo una fraterna – non cainesca
– combinazione che permettesse allo Spedale Maggiore di avere co
una spesa insignificante il gabinetto tanto utile pei tignosi, che
non possono sopportare lunghi viaggi dal loro comparto nello Spedale
Civico, la gabinetto dell'Ugolani”. Il laboratorio del dottor
Fiorini non sarebbe costato più di otto mila lire, quindi “non
potendosi concludere l'accordo tra i due Spedali cittadini, si
avrebbe terreno libero e quindi nessun intralcio per concretare, col
dottor Fiorini la cessione del suo gabinetto allo Spedale maggiore
per detto prezzo”.
Una radioscopia nel 1918 |
Ma,
aldilà delle valutazione economiche, il “dottor Alfa”, ci offre
con una certa irriverente vis comica, che di lì a qualche giorno
provocherà la risentita replica del dottor Fiorini, convinto
assertore della validità diagnostica e terapeutica del laboratorio
röntgenologico, quale fosse il contesto, fatto di grandi attese e
ingenue speranze, in cui la polemica sui raggi X si inserisse: “Come
al gabinetto Röntgen dell'Ugolani Dati non si è mai fatta o si è
fatta male la radioterapia, perchè vi manca la persona che ne abbia
la capacità, la quale si riscontra soltanto in chi abbia fatto tutti
gli studi necessari ed abbia compiuti non brevi corsi pratici
indispensabili; in una parola, in chi siasi specializzato nella
materia; così anche nel ramo delle amministrazioni provinciali,
aventi soprattutto l'incarico di curare bene la viabilità,
occorrerebbero degli specializzati nelle costruzioni stradali. Questi
specialisti, sarebbero capaci, scommetto, di applicare i raggi X –
oggi che si producono in gabinetti economici – anche alla buona
conservazione delle massicciate stradali. Come si spazzolano e si
sottopongono a delicati e speciali massaggi i tessuti, le arterie,
molte superfici del nostro corpo e si arriva perfino alla
depilazione, senza bisogno del barbaro strappamento con pinze,
possono così spazzolarsi elettricamente e sottoporsi a massaggi
utili le superfici delle strade provinciali e ottenere la loro rasura
da tutte le erbe tignose che le infestano nonché la perfetta loro
uniformità di piano, con vera compiacenza di coloro che, dovendo
percorrerle in vetture, da un po' d'anni, vanno soggetti a disturbi
intestinali per gli sballottamenti che offrono. I pesanti compressori
che si muovono con tanta difficoltà sulle nostre strade e, si
capisce, costano troppo, potrebbero benissimo essere più utilmente
sostituiti da opportuni ed economici gabinetti di...radiostradalogia,
capaci di rimediare ai danni che le...diminuite carreggiature, per la
aumentata diffusione dei trasporti per vie ferrate, producono alle
più importanti arterie stradali. Siamo in materia anche qui di
arterie ed il massaggio elettrico fatto d aspecialisti può essere
indicatissimo, almeno ciò indicava un abitante della luna al dottor
Alfa”.
Ma
Fiorini non si lascia per nulla impressionale e, forte delle sue
convinzioni, ribatte che nel 1908 all'Ospedale maggiore erano stati
inviati in cura 26 tignosi, che avevano comportato 1989 giorni di
degenza con una spesa, calcolata in media 1,50 lire al giorno, di ben
2983,50 lire quando, con una radiologica, si sarebbero spese soltanto
600 lire. “Allorchè un giorno gli amministratori dell'Ospedale
Maggiore saranno convinti della necessità di esaudire un giusto
desiderio di tutti i sigg. Primari dell'Ospedale, si vedrà allora,
dopo qualche tempo di esercizio, che quanto ho più sopra esposto
risponde alla più assoluta verità. Ed io mi auguro per il ben di
molti ammalati che un tal giorno non sia troppo lontano”.
Quel
giorno sarebbe arrivato qualche anno più tardi quando, nel 1916,
all'Ospedale Maggiore sarebbe stato aggregato l'Ospedale Ugolani Dati
dopo oltre tre secoli di autonomia e nel 1924 il Dottor Fiorini
sarebbe diventato primario di radiologia.