Maria Priori |
Tutti la ricordano come “la Priura
deli baléeri”. E' stata lei, una piccola donna con la grinta da
bersagliere, la vera animatrice dei mitici anni Sessanta. Sul
pavimento in legno delle sue balere itineranti, che percorrevano in
lungo e in largo l'intera provincia, hanno cantato praticamente tutti
i big di quegli anni. E lei, Maria Priori, non aveva paura di bussare
a tutte le porte per averli. A lei nessuno poteva dir di no. Eppure,
come è delle storie più straordinarie, era cominciato tutto
per caso. Il mestiere, lei, se lo era
visto cucire addosso una notte negli anni prima della guerra. Il
marito Aldo, Priori anche lui, gestiva una balera ed era andato a
concordare a Cà d'Andrea la data in vista della fiera. La sua moto
lo tradì e lo trovarono morto nella Delmona, che scorre lungo la
strada. Allora erano sposati da solo tre anni e Maria restò sola.
Poi arrivò la guerra e le balere itineranti scomparvero dalla
pianura.
Giunse la Liberazione e la gente
ritrovò la felicità e la speranza, e la voglia di divertirsi. Maria
era pronta. Tirò fuori le assi della balera smontata e nascosta da
qualche parte nel fienile e insieme al padre, aiutata da due
lavoranti, iniziò a girare tutte le fiere e le sagre della
provincia, da Spino d'Adda a Rivarolo. Già, Rivarolo mantovano è
una località fatidica. C'è invece chi sostiene che il posto fosse
però un altro, il castello di Torre de' Picenardi. Sta di fatto che
in una calda serata di fine estate del 1958, sul pavimento in legno
della balera di Maria Priori, mise i piedi una giovane ragazza bruna
vestita da maschiaccio. L'esordio di Mina è vivacemente raccontato
da Tato Crotti e Giovanni Bassi nel libro “Mina prima di Mina”
edito da Rizzoli nel 2007: «In questo angolo di storia, Mina, in una
calda serata di fine estate del 1958, ha fatto i conti con i primi
fischi del pubblico: “Té te càantet mìia, te ùuzèt” impreca
un signore del pubblico presente nella balera allestita per
l'occasione da Maria Priori. Mina, accompagnata dagli Happy Boys, sta
cantando sul palco. Impallidisce, si ferma e ha un gesto di stizza:
“Basta, io non canto più! Voglio andare via”. Nino la rincorre,
la rincuora, convincendola che per un idiota non può mettere a
rischio una carriera che si annuncia promettente, e le ricorda che le
altre esibizioni hanno riscosso grande successo. Anche gli amici la
confortano. Lei risale sul palco e riprende a cantare. I fischi si
trasformano in tiepidi applausi. La serata giunge
al termine e la signora Maria, attenta ai biglietti venduti, tira un
sospiro di sollievo». Maria Priori è una donna minuta ma ha la
fibra e il carattere di un corazziere. Ama vestire in modo elegante,
alle volte eccentrico, con vestiti neri ma pieni di pizzi, con tacchi
altissimi e cappelli a larghe falde. E' particolarmente attenta che
tutto fili liscio nella sua balera. Distribuisce personalmente i
gettoni a chi vuole ballare, cinque centesimi per tre giri di danza,
segue le coppie sul filo della musica, controllando che tutti abbiano
pagato. Ma interviene personalmente anche nel mantenere
l'ordine tra ballerini troppo focosi.
Una balera Priori a Piave San Giacomo |
Alla sera raccoglie gli incassi
in un sacco, a quei tempi non c'erano ancora ricevute fiscali né
fatture. Nel suo vagabondare da una fiera all'altra la seguono il
figlio Innocente, chiamato però Romano, e la giovane nuora, Maria
Molesini, che ben presto si appassiona al lavoro di impresario ed
inizia a sostituire il marito, permettendo in questo modo di
realizzare un'altra balera mobile. E' gente di spettacolo. Lo stesso
marito Romano era nato nel pieno della fiera di San Pietro alle
Colonie Padane la sera del 29 giugno. Una predestinazione e una
vocazione. Siamo alla fine degli anni Cinquanta e i giovani si
affollano ai cancelli della balera: sono costituite da lunghe assi di
legno e una recinzione anch'essa di legno oppure in ferro, hanno
forma rotonda e quadrata e sono coperte da un tendone simile a quelli
dei circhi a forma di cono, di colore verde, arancione o azzurro e
grigio. Per montarle e smontarle ci vogliono un paio di uomini, gli
unici dipendenti della ditta Priori. Ma a guidare la truppa per il
momento è ancora lei, Maria. Crotti e Bassi la descrivono così:
“Questa donnetta tanto esile veste in modo
elegante e, quando serve, sa tirare fuori gli artigli diventando, in
breve tempo, l'incubo di poliziotti e preti: agli uni reclama i
permessi per le serate musicali, ai parroci, che non vedono di buon
occhio questi divertimenti, oppone i propri diritti. Da giovane
vedova si presenta nelle chiese e nei commissariati dei vari paesi
con un cappello a larghe falde, un vestito di pizzo, lunghi guanti di
raso, tutti rigorosamente neri e tacchi alti undici centimetri: «Sono la vedova Priori e domani sera si canta
e si balla. Ho bisogno di sbrigare le pratiche necessarie»”. In
Questura conosce tutti e ci mette poco ad avere i permessi necessari.
Con i preti la questione diventa più complessa. Con il parroco di
Pieve San Giacomo è poi impossibile arrivare ad un accordo.
Romano Priori |
C'è la sagra del paese e sono previsti
due intrattenimenti con la balera, uno alla mattina e uno alla sera.
Ma alla sera c'è anche la processione. I giovani vogliono ballare,
ma il prete non vuole concedere lo spazio per la balera. A Maria
viene allora un'idea. Poco distante c'è la Delmona,
attraversata dal ponte che porta a
Gazzo, sull'altra sponda. Monta la balera sulla sponda opposta, dove
la processione, che si ferma sul ponte, non può arrivare. E il gioco
è fatto. Un'altra volta, però, è lo stesso prete, che le chiede di
avere a disposizione una balera per la festa del paese. Le balere
viaggiano ininterrottamente da un capo all'altro della provincia,
fino a raggiungere le più sperdute località anche tre volte
all'anno, in occasione delle fiere di primavera, estate e autunno. E
con loro viaggiano i nomi più famosi del mondo canoro di quegli
anni. Ci sono l'immancabile Nilla Pizzi, Achille Togliani, Gino
Latilla, Carla Boni, Flo Sandon's la vincitrice del Festival di
Sanremo nel 1953. Ci sono, però anche gli inevitabili inconvenienti
delle feste di paese. A Cà de' Novelli, per esempio, verso la metà
degli anni Sessanta, la giovane Maria Molesini, allora fidanzata con
Romano Priori, trova ad attenderla una concimaia, un fienile e tre
case. «Mi veniva da piangere - ricorda oggi - poi è iniziata ad
arrivare la gente, che lasciava le biciclette nel campo di granoturco
attorno. Siamo andati avanti fino alle tre e quattro di notte, un
successo incredibile».
In quegli anni chi mai avrebbe
immaginato di avere in quello sperduto angolo di campagna,
un'esibizione del mitico duo Fasano?
Per i Priori nulla è impossibile.
Romano, che ha ereditato dalla madre carattere e passione, è
riuscito a tessere una tale rete di contatti da portare nelle sue
balere il meglio della musica di quegli anni. Sui diciotto metri
quadrati del palco di legno si esibisce una sera a Sesto Cremonese
Joe Sentieri, l'urlatore che concludeva le proprie esibizioni con il
saltino che mandava in visibilio il pubblico. Arriviamo al 1966: il
Cantagiro, che da tre anni percorre le strade su e giù per l'Italia,
apre ai complessi beat, ormai fenomeno di costume e musicale
inarginabile, organizzando un girone apposito, con la presenza dei
gruppi e dei cantanti più noti del genere beat attivi in Italia. La
gara ha un enorme riscontro di pubblico e lancia definitivamente il
nuovo stile tra i giovani. Romano Priori coglie l'occasione al volo.
Viene a sapere che la carovana passerà sulla strada per Brescia e alla fine di giugno si
presenta ad un crocicchio per incontrare i Nomadi di Augusto Daolio e
Beppe Carletti. Al Cantagiro hanno presentato una canzone, “Come
potete giudicar”, che diventerà un inno del genere beat
instauratosi in Italia in quel periodo e la bandiere del gruppo. Li convince a suonare nella sua balera di
Stagno Lombardo, l'ingaggio è di 180.000 lire. E' una delle prime
apparizioni ufficiali del gruppo, che nello stesso anno realizza
un'altra pietra miliare della musica di quegli anni, “Noi non ci
saremo” di Francesco Guccini. Qualche anno prima, nel1960, aveva fatto la sua apparizione
sul palco della balera installata a Bonemerse, un ragazzo di sedici
anni che urlava come un'aquila. Si faceva chiamare Fausto Denis, ma
il suo vero nome era Fausto Leali. Sarebbe diventato famoso solo
qualche anno più tardi, nel 1967, con “A chi”, conquistandosi la
fama di “nero bianco” per la sua voce calda e roca. Romano
avrebbe voluto anche Celentano ma, quando va a Milano nella sede del
Clan, lui non ha tempo per riceverlo. Lungo le scale incontra Don
Backy: “Se mi date cinque serate vengo io”. E l'affare è
concluso. Una calda sera d'agosto di quegli anni nella balera
installata a nel castello di Torre de' Picenardi si esibisce un'altra
stella del momento, l'esotica Lara Saint Paul. Ma c'è un altro
castello dove le balere viaggianti di Priori sono di casa: è villa
Medici del Vascello di Casteldidone, la nobile dimora di Cecilia
Gallerani, la leonardesca Dama dell'Ermellino, dove la contessa,
finito di ballare in occasione della festa del melone, invita tutti a
cena nelle sale dell'austero palazzo. Ci sono anche Enzo e Terry, che
sono del posto, e un ancora sconosciuto Raoul Casadei con
l'orchestra dello zio in cui fa le prime prove. Ma ormai l'avventura
sta volgendo alla fine.
La balera Priori in "La strategia del ragno" di Bertolucci |
Maria “La Priura” è morta cinque
anni fa a 96 anni di età nella casa di riposo di Stagno Lombardo.
Anche quando era ormai inferma ha sempre voluto apparire
perfettamente abbigliata secondo il suo personalissimo stile, con
quelle scarpe dai tacchi altissimi ed ormai purtroppo divenute
inutili.
Sempre fedele al suo personaggio. Amava
ricordare che non sapeva nemmeno più quanta gente avesse fatto
sposare con le sue balere, che un tempo rappresentavano per i giovani
l'unico luogo di ritrovo. La sua attività è stata proseguita prima
dal figlio Romano con la moglie Maria, poi dal nipote Aldo, che alla
memoria della nonna ha voluto dedicare anche una società
immobiliare. Le
balere viaggianti sono state sostituite
dalle discoteche. I Priori hanno realizzato a Piadena la discoteca
Odeon e per 27 anni hanno gestito il TamTam di San Giovanni in Croce.
Aldo, a sua volta, ha lavorato per anni nel mondo dello spettacolo,
collaborando con Ugo Gregoretti, recitando
come attore in vari fotoromanzi e.
unico italiano, in alcune puntate di Beautiful.