La cometa del marzo 2017 |
Il
2017 è stato un anno decisamente particolare, anche dal punto di
vista astronomico, con il passaggio di ben sette comete. Le prime due
sono passate la scorsa primavera a breve distanza dalla terra,
l'ultima invece sarà visibile solo alla fine del 2018. Lo scorso
novembre abbiamo assistito al fenomeno della Superluna, quando il
nostro satellite è apparso il 14 per cento più grande del solito ed
il 30 per cento più luminoso del normale. I fenomeni celesti hanno
da sempre affascinato l'uomo. L'apparire in cielo di una stella
cometa ha sempre procurato paura e apprensione. Presagio funesto, la
cometa annuncia morte, sventura, terremoti, guerre, pestilenze e
carestie. Questa superstizione era così diffusa nei secoli scorsi
che, quando un'epidemia o un fenomeno meteorologico inatteso
colpivano una comunità senza essere annunciati dal passaggio di una
cometa, questo fatto veniva registrato come un avvenimento
eccezionale. Si credeva inoltre che le disgrazie fossero tanto più
gravi quanto più lunga fosse la coda della cometa, e tanto più
durature quanto più questa restasse visibile nel cielo. Qualche anno
fa la geologa Dallas Abbott dell'osservatorio
terrestre Lamont-Doherty della Columbia University, ha spiegato la
credenza popolare con il fatto che verso il 530 d. C., un frammento
della celeberrima cometa
di Halley
si sarebbe frantumato nella nostra atmosfera diffondendo un'enorme
nube di polvere che provocò un improvviso abbassamento delle
temperature. Il drastico cambiamento climatico determinò effetti
devastanti: seguì un periodo di siccità che a sua volta
innescò carestie e le popolazioni debilitate dalla fame vennero poi
sterminate dalla "Peste di Giustiniano", che fece strage
tra il 541 e il 542. Sta di fatto che ancora nel 1857 lo storico
cremonese Angelo Grandi registra puntigliosamente nella sua
“Descrizione dello stato fisico-politico...della Provincia e
diocesi di Cremona” una serie impressionante di fenomeni tra cui
aurore boreali, comete, eclissi di sole, pioggia di pietre e pioggia
rossa, mettendoli in relazione a fatti storici eccezionali.
Ad
esempio si registrano nel cremonese due aurore boreali che destano
particolare impressione, la prima il 17 dicembre 1737 “in
cui per tutta la notte apparve il cielo color di sangue, e con tanta
luce come se fosse stata risplendente la luna” e
la seconda il 7 gennaio 1831 quando “apparve
un'aurora boreale, straordinaria per la sua intensità ed
estensione". Alle
comete, come detto, vengono sempre abbinati avvenimenti in qualche
modo anomali, per non dire del tutto nnfausti. Nel 1223 “Il
21 aprile (Campi) si fece sentire altro tremuoto circa la mezzanotte
con ispavento de' cittadini. Dalle croniche di Bergamo, giusta il
Ronchetti, rilevasi che il primo di settembre apparve verso occidente
una Cometa assai meravigliosa”. Qualche
anno dopo “Apparve
in luglio una grandissima Cometa che durò fino al principio
d'ottobre, era il suo corso dall'oriente verso l'occidente (Campi)".
Era l'anno 1265 e la Lombardia fu quasi tutta in armi per la calata
dell'esercito francese, raccolto per ordine del conte Carlo D'Angois
re di Sicilia”. Nel
1402 scoppia la peste che uccide anche Gian Galeazzo Visconti e
“riferisce
il Campi che avanti la resa di Bologna apparve una terribile cometa
che si vedeva giorno e notte, e durò per quasi tutto il mese di
maggio e di giugno, il che si credette (dal volgo) esser stato
presagio della morte di quel principe". Altri
passaggi di comete si verificarono nel giugno 1456 con una cometa
“avente
lunghissima coda" che
seguì la nascita di Ascanio Maria Sforza avvenuta nel castello di
Santa Croce il 23 marzo. Un piccola cometa sigillò nell'ottobre 1468
il matrimonio di Galeazzo Sforza con Bona di Savoja, dopo che
Galeazzo aveva avvelenato la precedente moglie Dorotea Gonzaga, e per
quasi un mese un'altra cometa stazionò nel cielo nel gennaio del
1472. Ed al passaggio di una cometa venne attribuita la grande
siccità che colpì l'Itala nel 1500: “Apparve
nel predetto anno 1500 una grande Cometa L'Italia fu travagliata da
siccità. La state distinta da una grande quantità d'insetti e da
singolari macchie ai corpi ed agli abiti degli uomini, cui susseguì
una peste. - saremmo ciò non pertanto superstiziosi qualora
volessimo ritenere come conseguenze della Cometa codesti fisici
sconcerti. se nel volgo sono alquanto spenti (scrive Schumak) i
pregiudizi che le Comete abbiano qualche influenza morale su di noi e
sulle cose mondane, troviamo all'incontro vieppiù radicata la
credenza che questi corpi celesti abbiano rimarchevole influenza
sulle nostre stagioni e sul prosperare dei prodotti campestri. Non
sarebbe qui difficile confutare tali opinioni con fatti dimostranti
del tutto l'opposto. Così, per esempio, si ricorderanno molti della
gran Cometa del 1811, che apportava una caldissima state ed una
ricchissima raccolta, specialmente di un vino così eccellente che
perfino anche oggidì in varie regioni viene appellato: Vino della
Cometa".
Un'incisione tedesca con la cometa del 1556 |
Il
Grandi accenna anche la passaggio di altre comete nel 1506 e nel
1510, quando il corpo celeste accompagnò l'ingresso del nuovo
podestà francese seguito alla caduta della città dopo la battaglia
di Agnadello tra i veneziani e la Lega di Cambrai. E due anni dopo
sempre una cometa sancì l'imposizione di una nuova taglia da 15 mila
ducati d'oro alla città e di una da due mila all'Università dei
mercanti da parte di Massimiliano Sforza. Passano due anni e nel 1514
è sempre una cometa a preannunciare la resa della città a Teodoro
Trivulzio ed altri anni infausti ed eventi straordinari: "Furono
i nostri cittadini di molto contristati da tumulti bellici nel
seguente 1516 (essendo podestà Guido Materono da Granopoli, che
tenne la sua carica fino a tutto il 1521). Demolirono i Francesi i
merli delle mura della città, atterrando pure alcune torri de'
privati; e molte gravissime contribuzioni eziandio imposero. Anche in
quest'anno apparve una Cometa. Asserisce il Campi che nel susseguente
1517 predicò nel mezzo della piazza maggiore un giovinetto dell'età
di 11 anni, frate di San Francesco, con grande meraviglia degli
uditori che in gran numero vi erano accorsi". Ed
ancora nel 1522, "finalmente
dopo varie vicende colle altre città del ducato venne Cremona ai 4
luglio 1522, trovandosi podestà Barnaba Pozzo piacentino, nelle mani
dell'esercito imperiale, rimanendo ancora a' francesi il castello,
che si arrese nel febbraio del 1524, essendo podestà Teodoro Ossio
milanese. Si fa cenno che nel 1522 apparve una Cometa, e gli alberi
fiorirono di nuovo in autunno, ed in ottobre si portarono fragole sul
mercato". Nel
1530 apparve una cometa e
“Il Po, che a que' tempi radeva le mura della città, fece cadere
a' 23 di settembre per grande alluvione da 60 braccia delle dette
mura, ed a' 27 stesso mese ne ruinò più di 80 braccia". E
così via dicendo:appaiono le comete e subito è un seguito di
omicidi, uccisioni, saccheggi, ma anche avvenimenti di grande
rilievo, come la nomina di Gerolamo Vida a vescovo di Alba,
preceduta, ovviamente, dall'apparizione della stella.
Si
arriva al 1556. L’imperatore Carlo V e la sua reggia hanno
osservato in maniera accurata il passaggio di una cometa, per questo
anche chiamata “Cometa di Carlo V”. L’evento è avvenuto
all’inizio di Febbraio, ma non è stato generalmente osservato
fino alla metà della prima settimana di Marzo. Gli astronomi, a
parte qualche eccezione, concordano nel definire il diametro
della Cometa la metà di quello della Luna. La coda è stata
descritta come la fiamma di un incendio o una fiaccola agitata
dal vento. Cornelius Gemma,
medico,
astronomo e astrologo, professore di medicina presso
l’Università cattolica di Lovanio, ha descritto la cometa grande
come Giove e dal colore simile a quello di Marte. Paolo
Fabrizio,
astronomo di Vienna, matematico e fisico presso la corte di Carlo V
d’Asburgo, l’ha definita ‘tortuosa e brillante’. Al dire
della gente comune, l’evento ha costernato a tal punto
l’imperatore, che ha preso subito la risoluzione di deporre lo
scettro e di ritirarsi nel monastero di pace di San Juste in
Estremadura ponendo fine alle numerose guerre contro i francesi, i
turchi e i principi protestanti che negli ultimi decenni hanno
portato morte e distruzione in tutta Europa. “Con
questo segno di terrore il mio fato mi invoca”, queste sono le
parole con le quali Carlo V si è ritirato dalla scena. A
Costantinopoli nel frattempo avviene un terremoto.
Una cometa annuncia la battaglia di Hastings (1066) nell'arazzo di Bayeux |
E
a Cremona? Il
Grandi attende che la cometa ricompaia nel 1856, trecento anni dopo,
secondo quanto previsto dagli astronomi di quel tempo, ma non accade
nulla."Correndo
l'anno 1556 – scrive
dunque il Grandi -
l'imperatore Carlo V rinunziò gli Stati di Germania al fratel suo
Ferdinando, i regni di Spagna e Sicilia con gli altri Stati all'unico
figliol suo Filippo, che divenne il secondo di questo nome nella
serie dei re spagnuoli. Comparve il 5 marzo una grande Cometa. La
gran Cometa fu veduta sopra la Spiga, stella di prima grandezza,
presso l'ala sinistra nella costellazione della Vergine, d'onde passò
e fu veduta li 8 marzo sotto le ginocchia di Boòte (segno celeste
settentrionale formato di 33 stelle), Il 9 stesso mese trovavasi
presso Arturo (stella fissa situata nel segno del Carro), onde quasi
nella circonferenza del massimo circolo cioè per la rettissima via
sembrò accostarsi al polo boreale dello Zodiaco, ed allora
lasciatolo a destra, si accostò con gran velocità al polo del
mondo, indi quasi discendendo dal vertice si diresse verso Saturno
che allora era nell'Ariete. E come prima si avanzò dalla Libbra
contro l'ordine dei segni (secondo la longitudine) così dopo,
imitando il moto di Saturno procedette secondo l'ordine dei segni da
Andromeda fino al segno dei Pesci, ove si estinse. Allora tanto i
raggi quanto il corpo di essa si cangiarono, ed i raggi che alla sera
erano diretti a mezzodì, dopo la mezzanotte furono rivolti al
tramonto; nè ebbe la chioma avversa al Sole finchè fu dal medesimo
lontana almeno un quarto di circolo. Avvenne pure, che allontanatasi
ancor più dallo Zodiaco,si potè scorgere la mattina e la sera fin
quando si nascose sotto l'orizzonte. Questa Cometa venne in allora
attentamente osservata da vari letterati, e fra questi specialmente
da Paolo Fabricio dottore in medicina e matematico imperiale, il
quale parlando in un suo scritto di questa Cometa, ne annunciava il
ritorno per l'anno 1856, invitando chi bramasse maggior dilucidazione
a leggere il suo opuscolo: Judicium de Cometa ecc, ove egli avrebbe
registrato giornalmente le osservazioni fatte sulla Cometa in
discorso. Ma questo stampato Judicium ecc di Fabricio non si è
potuto oggi rinvenire, ed è stato l'oggetto di premurosa ricerca
degli astronomi, e fu pur nel principio del detto scorso anno
argomento d'un pubblico invito ai bibliotecari da parte del celebre
astronomo K. L. Littrovv direttore dell'Osservatorio astronomico a
Vienna (Schumah). La questione fattasi palese in diversi giornali
sull'epoca di riapparizione di questa Cometa ha assunto la natura di
una predizione o profezia vaghissima, come infatti abbiamo
sperimentato non avendo veduto apparire la Cometa nè nel mese di
luglio dell'anno andato, come pretesero alcuni articoli anonomi
sparsi nei giornali francesi; nè in agosto, come vollero diversi
giornali inglesi e belgici; nè nei mesi di settembre ed ottobre,
come molti giornali han preteso. Dopo aver veduta fallita la lor
profezia per le suddette epoche, ne aspettavano l'apparizione chi in
gennaio, e chi nel giugno (e precisamente il dì 13, cadente in
sabato), del presente anno 1857: ma di questa determinata comparsa
del bell'astro nessuno degli assennati e circospetti astronomi ha
pronunziato sentenza, nulla avendo trovato nè lor calcoli di
positivo, perchè difettanti di base matematica. Non furono che vaghe
e, puossi dire, stolte voci di taluni che, quasi volessero alle ombre
dar forme di corpo o valore di realtà a mere e lontanissime
conghietture, andavan qua e la disseminando dover veramente apparire
la stella nel detto giorno 13; e per metter del torbido e preoccupar
le menti del volgo (già ahi ! troppo proclive alla superstizione) dè
più strani pregiudizi, scaltramente aggiunsero che l'infausto astro
l'ultima ora segnava dell'esistenza dè mortali sulla terra, dovendo
questa per lo intenso ardore o terribile scossa incenerita o
subissata rimanere. Gran parte del volgo infatti al tetro pensiero
dell'apparizione della stella, stava attendendo sbigottita il dì del
gran cataclisma o dell'eccidio estremo del mondo. Per quanto
gl'illuminati di tòr dalla lor mente la sognata chimera e di dispor
gli animi a tranquillità si sieno studiati, non sonosi tuttavolta
indotti a convinzione, se non nel dì stesso, che la terra e sè
stessi vidersi illesi dalla fantasticata catastrofe, e per soprappiù
nemanco la Cometa d'apparir si compiacque. Di quali tristi e fatali
conseguenze non son mai causa l'ignoranza e la superstizione ! Tanto
è stata sinistra la prevenzione di molti intra la plebe, e più tra
il debil sesso, che non si andrà errato l'asserire, che se anche
solo fosse apparsa la cometa (che il suo avvenimento, che può esser
ad ogni istante nel successivo tempo, altro non sarebbe stato che un
percorrere la sua orbita, giusta le leggi che Natura alle Comete ha
imposto), alla semplice vista di essa soltanto si sarebber veduti
cader tramortiti al suolo, come quegli che da folgore è percosso.
Eppure a quest'istesso anno sono apparse due Comete (forse l'una o
l'altra, giusta il parere d'alcuni, è quella stessa del 1556,
attesochè le Comete attraversano gli spazi celesti in tutte le
direzioni, e perciò aver preso un diverso corso, a differenza dei
pianeti che si muovono d'occidente in oriente in una fascia sferica
di circa 16 gradi di larghezza): la prima fu veduta in sull'iniziato
gennaio all'estremità meridionale della California; la seconda al
Capo di Buona Speranza sul declinar di giugno, e nè quella, nè
questa non hanno fatto male, come s'esprimono i giornali, ad una
mosca; giacchè, come abbiamo altra volta accennato, le Comete non
sono messaggiere di strani o funesti eventi; e se non fosse lecito
distruggere in esse alcun carattere eventizio, ne sia invece concesso
considerarle quasi nostre amiche. "Il capolavoro della divina
mente - dice il celebre Cagnoli - fu quello di collocare i corpi
celesti a distanze reciproche distribuite in si giusta proporzione
delle masse loro, che dalle attrazioni scambievoli, combinate con la
prima spinta per linea retta, dovessero nascere que' maravigliosi
moti orbicolari che osserviamo, e de' quali, non che delle eventuali
e continue, ma piccole alterazioni loro, rende ragion puntualissima
l'unica legge Newtoniana; senza che l'equilibrio delle reciproche
azioni venga meno giammai, nè alcun corpo urti l'altro, od induca
sconcerto nel venustissimo ordine universale". Ed il dottor
Brevver riportato dal dottor Agostino Tozzi, scrive "Che la
superstizione ha attribuito, senza una ragione, delle influenze
cattive esercitate dalle Comete sopra la terra: e vi sono degli
uomini pei quali la superstizione tien luogo della ragione: ma ognuno
che abbia criterio deve abbandonare questi folli pregiudizi, e
persuadersi che le Comete sono assolutamente estranee ai cambiamenti
cui va soggetta la terra"
Ovviamente anche le apparizioni successive, che si susseguirono senza sosta, precedettero o seguirono fatti memorabili: ad esempio, nel 1572 annunciarono l'applicazione delle nuove leggi suntuarie, nel 1580 accompagnarono una malattia dell'uva, nel 1585 la richiesta di scacciare gli Ebrei dalla città “per le prevaricazioni de' cristiani” e nel 1590 l'elezione al soglio pontificio di Nicolò Sfondrati col nome di Gregorio XIV- Ovviamente anche l'avvenuta cacciata degli Ebrei a dieci anni dalle rimostranze ebbe la sua bella cometa, addirittura per due anni successivi. Nel 1652 la cometa apparsa nei cieli cremonesi “la cui grandezza era quasi eguale alla Luna”, qualche anno dopo, alla fine del 1665, un'altra stazionò nel cielo per quasi un mese. La cometa di Halley nel 1681 fece gelare le viti “e si ebbe penuria di vino”, mentre nel 1744 un'altra cometa fece fiorire gli alberi in febbraio e tornare il ghiaccio ad aprile “il che fu di sensibilissimo danno alle biade”. Nel 1819 le comete furono addirittura due “una delle quali visibile ad occhio nudo, raggiante di luce e fornita d'una lunga coda”, ma c'è una spiegazione: “A' 22 aprile 1819 arrivò in Cremona il granduca Michele, fratello d'Alessandro imperatore delle Russie, ed alloggiò all'albergo reale detto la Colombina”.