J. Hopkins, Brigida Banti. coll. priv., 1797 |
Non
era bella, non veniva da una buona famiglia e non era neppure
istruita, ma quando cantava la sua voce era quella di un angelo,
irraggiungibile ed ineffabile. C'è chi dice che fosse nata a
Cremona, Crema ne ha rivendicato per qualche tempo la nascita, ma in
realtà Brigida Giorgi, la più grande voce femminile del Settecento,
aveva visto la luce nella parrocchia di San Lorenzo di Monticelli
d'Ongina il 1 maggio 1755. Fu a Cremona, però, che trascorse la sua
infanzia, accompagnando il padre Jacopo, suonatore girovago di
violino e mandolino, da una piazza all'altra all'ombra del Torrazzo.
Anche Brigida suonava il mandolino, ma era la sua giovane voce ad
incantare, agli angoli delle strade, i frettolosi passanti. Il padre
Jacopo era anche barcaiolo e, quando si trattò di dare alla figlia
un minimo di educazione scolastica, aveva passato definitivamente il
Po stabilendosi a Cremona. Furono dunque le contrade cremonesi il
primo palcoscenico di Brigida che, tra le sue doti, non aveva certo
quella dell'avvenenza. “La
Banti era una femminaccia ignorante, sciocca ed insolente che,
avvezza nella sua prima giovinezza a cantar pei caffè, e per la
strada, portò sul teatro, dove la sola voce la condusse, tutte le
abitudini, le maniere e i costumi di una sfacciata corista. Libera
nel parlare, più libera nelle azioni, dedita alla crapola, alle
dissolutezze ed alla bottiglia, appariva sempre quello che era in
faccia a tutti, non conosceva misure, non aveva ritegni, e quando
alcuna delle sue passioni era stuzzicata dalle difficoltà, dalle
avversità o dalle opposizioni, diventava un aspide, una furia, un
demone dell’inferno che sarebbe bastato da solo a sconvolgere tutto
un impero, non che un teatro”. Così la descrive, quando ormai era
già sposata, Lorenzo da Ponte, il librettista di Mozat, nelle sue
“Memorie”.
Brigida,
con il padre e la madre Antonia Raimondi, restano a Cremona fin verso
il 1773 continuando a guadagnarsi da vivere cantando e suonando nelle
piazze, ma in seguito alla prematura morte di un parente, con la
conseguente perdita di un valido sussidio economico, la famiglia è
costretta a separarsi per cercare fortuna. Brigida resta col padre ed
inizia a girovagare nelle altre città del Nord, spingendosi anche
fuori dall'Italia. Per circa due anni si esibisce in paesi e villaggi
della Germania, finché nel 1775 i due decidono di recarsi a Parigi.
E qui inizia la fortuna di Brigida che, di certo, ha intraprendenza e
carattere da vendere. Il figlio Stanislao racconta nella biografia
della madre che durante il viaggio verso Parigi padre e figlia
vennero assaliti da una banda di malviventi, messi però in fuga
dalla ragazza stessa, che, sorprendendo tutti, si era impossessata
della pistola del genitore.
A
Parigi i Giorgi vivono per circa tre anni, cantando dapprima davanti
ai caffè dei boulevards
e sugli angoli delle strade. Durante una di queste esibizioni la
giovane Brigida viene notata da de Vismes du Valgay, impresario ed ex
direttore dell'Opéra-Comique che, colpito dalla voce calda e
vibrante della ragazza le propone un'audizione. De Vismes le fa
ascoltare un'aria di agilità di Sacchini, che Brigida canta alla
perfezione, pur non avendo alcuna nozione di solfeggio né di teoria
musicale. Madame Vigée-Le Brun, ritrattista ufficiale della regina
Maria Antonietta, racconta invece nei “Souvenirs” di un incontro
della regina con la Banti, senza precisarne l’anno o la città. “Io
non so il perché, ma mi ero prefigurata la Banti essere di
corporatura prodigiosamente giunonica.- racconta - Al contrario,
quando la vidi, constatai che era di una corporatura piccola, minuta
e di aspetto non bello, con una tale quantità di capelli che il suo
chignon rassomigliava
ad una criniera di cavallo. Ma che voce! Non si può istituire alcun
paragone con la potenza e l’estensione di quella voce: la sala, in
tutta la sua grandezza, non poteva contenerla. Lo stile del suo
canto, lo ricordo bene, era assolutamente lo stesso di quello
adottato dal famoso Pacchierotti, cui Madame Grassini venne in
seguito paragonata. Questa famosa cantante aveva un aspetto del tutto
particolare: il petto era notevolmente alto e costruito a guisa di un
mantice. Questo è ciò che mi sovvenne quella sera allorchè, alla
fine del concerto, assieme a qualche altra dama, feci in modo di
passarle accanto in un camerino. Fu allora che io pensai che questo
inconsueto meccanismo respiratorio potesse contenere e sprigionare la
forza e l’agilità della sua voce”.
In
ogni caso, dopo la prova canora effettuata con de Vismes Brigida
esordisce nel 1776 all'Opéra-Bouffe negli intervalli fra gli atti
dell'Iphigénie
en Aulide di
Gluck in un'aria di Piccinni e in una di Sacchini. Nonostante tali
esibizioni le procurino immediatamente alcune scritture all'Opéra,
Brigida nel 1779 decide di lasciare la Francia, a causa dei
boicottaggi cui è sottoposta da parte delle altre primedonne della
compagnia, e di trasferirsi a Londra, debuttando in un concerto con
orchestra alla sala del Pantheon di Oxford street. Qui ha l'occasione
di essere ascoltata da Lucrezia Aguiari, detta La Bastardella; la
famosa cantante, che avrebbe lasciato Londra pochi giorni dopo, le
dona 100 sterline annue per permetterle di affrontare uno studio più
sistematico e Brigida inizia così a frequentare il compositore
Antonio Sacchini, nel frattempo da Parigi stabilitosi definitivamente
a Londra, che a sua volta la affida a Gabriele Mario Piozzi,
musicista e compositore originario di Quinzano d'Oglio naturalizzato
britannico, e poi al celebre violista da gamba Karl Friedrich Abel.
Da
quel momento la fortuna di Brigida non conosce confini. A Londra
conosce il danzatore veneziano Zaccaria Banti, che l'anno seguente
sposa ad Amsterdam, i due si trasferiscono poi a Venezia e da lì,
nel 1780, a Vienna. Sono di nuovo a Londra l'anno seguente perchè il
marito deve presentare alcune coreografie per il Covent Garden,
dopodiché tornano in Italia, dividendosi tra Firenze, dove Brigida
debutta nel 1782, Venezia e Trieste, per poi raggiungere Napoli e
Torino, Padova, Livorno, Reggio Emilia e Milano. Nell'inverno 1786
viene invitata personalmente a Varsavia dal re di Polonia Stanislao
Poniatowski, che la assume come cantante di corte insieme al
compositore piemontese Giovan Battista Viotti. A Varsavia Brigida
diviene talmente celebre da potersi permettere di interrompere una
rappresentazione, essendosi risentita per l'eccessivo brusio di
alcuni spettatori, e deve intervenire lo stesso re re per calmare le
sue ire. Torna poi in Italia dove partecipa ancora ad una nutrita
serie di rappresentazioni, prima di partire nel 1793 per la Spagna,
stabilendosi a Madrid, dove gode di protezioni altolocate, come
quella della duchessa di Osuna, madrina del terzo figlio della
cantante. Da qui torna in Inghilterra. Arriva a Plymouth ai primi
dell'aprile 1794, dopo aver rischiato il naufragio; a metà del mese
è a Londra, dove l'impresario del King's theatre le offre un
compenso tra le 1400 e le 1500 sterline annue, con l'obbligo di
ricoprire esclusivamente ruoli principali, una serata d'onore per
ogni stagione, alloggio a carico della direzione, copertura delle
spese straordinarie e di viaggio, nonché la protezione nella
compagnia di Viotti. Nell'aprile 1802 decide di tornare in Italia,
dove inizia una relazione sentimentale con il tenore Diomiro
Tramezzani, che, ancora sconosciuto, raggiunge una celebrità quasi
immediata cantando a fianco di Brigida nell'Antigona di
Bianchi al Comunale di Bologna nell'autunno 1802, e alla Fenice di
Venezia nel Mitridate di
S. Nasolini nel 1803. Nel 1804, dopo aver cantato al teatro Nuovo di
Brescia, la Giorgi si reca a Livorno, dove viene contagiata da
un'epidemia di febbre gialla che la costringe a una lunga quarantena;
ristabilitasi, partecipa ai festeggiamenti dati nel 1805 al teatro
alla Scala per l'incoronazione di Napoleone, re d'Italia. Nel teatro
milanese canta per tutto il 1805, poi tornò a Bologna, dove si
esibì en
travesti al
teatro del Corso ne I
riti di Efeso di
G. Farinelli. Nel novembre dello stesso anno, trovandosi in
difficoltà finanziarie, accetta una scrittura per Venezia; ma il
fisico già debilitato dalla precedente malattia, nonché il clima
malsano della laguna le provocano un grave attacco di febbre,
probabilmente di polmonite. Dopo tre mesi di malattia Brigida muore,
appena cinquantenne, il 28 febbraio 1806 a Bologna, che poi le
dedicherà un monumento chiamandola “cremonese”. I suoi funerali
vengono celebrati nella chiesa di S. Tommaso in strada maggiore e le
spoglie sepolte nel cimitero della Certosa.
Brigida Banti, stampa, 1792 |
Anche
se a Cremona Brigida Giorgi ha trascorso l'infanzia, in realtà la
cantante mantenne nel corso della sua vita artistica un legame con la
città. Tra le maggiori e più costanti sue collaborazioni è infatti
presente quella col compositore cremonese Francesco Bianchi, che a
Cremona rappresentò il suo primo lavoro teatrale nel 1772.
Attraverso le sue opere la cantante esplorò il mondo dell’opera
seria settecentesca, interpretando celebri eroine tragiche
come Semiramide, Briseide e Tisbe.
Anche
Bianchi, come la Giorgi, ebbe grande fortuna all'estero, sopratutto a
Londra, dove diresse il Crow Street Theatre per due anni dal 1798, e
a Dublino l'Astley's Theatre.
Alcuni
hanno scritto che Brigida Giorgi ignorasse la musica e che basò la
carriera cantando a orecchio: possedeva però le doti naturali per
essere una beniamina del pubblico per la teatralità e la purezza
della voce 'sontuosa', al punto di meritare il titolo di "virtuose
du siècle".
Il medico cremonese Benedetto Frizzi, originario di Ostiano, nella
sua “Dissertazione di biografia musicale” (Trieste, 1802)
scrisse: "Questa fu la cantante che ha mosso in me l'ammirazione
e la tenerezza più grande. Non era bella, ma non era priva delle
sceniche grazie. Una voce che non ho sentito l'uguale in quanto alla
sonorità, con suoni medii fortissimi, acuti, estesi e sorprendenti;
con un trillo granito e veloce nell'allegro; e moderato come esser
deve, nell'adagio; uno studio di voce inimitabile, con salti i più
regolarmente intonati e, più d'ogni altro, una tenerezza commovente
nel teatro". Michael Kelly del King's Theatre confermò che era
"la più perfetta, la più appassionata e la più divina
cantante che avesse udito", come pure si narra che l'imperatore
d'Austria, durante il passaggio della cantante a Vienna nel 1790, la
presentasse al suo seguito come "la più bella voce d'Europa".
Quella
di Brigida fu una voce fuori dal comune: Francois Joseph Fétis nella
sua monumentale Biographie
universelle des musiciens et bibliographie générale de la musique
narra
che i medici che ne effettuarono l'autopsia poterono constatare una
laringe di eccezionale grandezza, una cassa toracica particolarmente
voluminosa e polmoni di dimensioni di due terzi superiori alla media,
il che le permetteva una non comune ampiezza di inspirazione e
lunghezza di fiati, mentre il figlio scrisse che aveva "due
coste spurie in più delle altre donne, da ambo i lati". La
Giorgi non aveva avuto un'educazione musicale completa; dotata di una
memoria musicale prodigiosa, cantava a orecchio ed era in grado di
ripetere all'istante ogni brano che le veniva proposto, eseguendolo
con stile appropriato; inoltre amava ripetere più volte i "da
capo" con variazioni sempre diverse. E se in teatro era
addirittura aggressiva nei confronti delle rivali, nella vita privata
era invece amabilissima, avendo assimilato i modi delle dame
aristocratiche, le quali facevano a gara per averla ai loro
ricevimenti.
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