venerdì 19 giugno 2015

1895, tutti in bicicletta


Era l'8 novembre 1894 quando a Milano venne fondata l'Associazione nazionale fra Ciclisti e viaggiatori per sostenere l'uso della bicicletta come normale mezzo di trasporto ed i cremonesi ne furono talmente entusiasti da, organizzare già in primavera, la prima di quelle gite che poi sarebbero diventate la consuetudine della neonata sezione del Touring Club Ciclistico Italiano. Manca, purtroppo, un resoconto dettagliato di quell'uscita che, però, venne preparata meticolosamente e che fu oggetto della prima riunione dell'associazione. Vi era chi voleva andare a Milano e chi a Piacenza, la velocità avrebbe dovuto essere compresa tra i 12 e i 14 chilometri orari, “comprese le fermate per i bisogni...”, lo squadrone avrebbe dovuto avere alla propria testa un Console con il compito di multare quelli che avessero tentato, con la loro intemperanza, di rompere le file. Venne deciso per Piacenza e la mattina del 24 marzo si part. Non sappiamo, in realtà, come sia poi andata. Sta di fatto che alla fine dell'Ottocento Cremona, città di provincia, è tra le prime ad aderire all'iniziativa moderna della diffusione della bicicletta a scopo turistico, un gusto per le novità che favorì, due anni dopo, la prima proiezione del Cinèmatographe Lumière al teatro Filodrammatico delle fotografie mobili che solo un anno prima avevano entusiasmato il pubblico parigino. La corsa verso il futuro è ormai avviata: nel 1895 transita per Cremona la prima “carrozza automobile” per un viaggio propagandistico da Milano e Firenze, che desta l'attenzione del cronista de “La Provincia”: descrive il veicolo che ruzzola “velocemente e senza scosse, meglio che sulle rotaie, e percorrendo fino a venticinque chilometri all'ora”, consuma poca benzina ed è destinato a sostituire ben presto “la bicicletta non solo, ma i trams e le ferrovie e, con parole profetiche, diventerà il mezzo del futuro non appena le industrie saranno in grado di ridurne il prezzo grazie alla maggiore diffusione. 
Carla Bertinelli Spotti ha ricostruito i primi anni di vita del club sulle pagine della “Rivista Mensile”, che iniziò ad uscire con regolarità fin dal gennaio del 1895. La sezione Comfort aveva subito inviato ai propri consoli circolari e questionari per invitarli ad individuare gli alberghi che possedessero le caratteristiche idonee all'affiliazione, e per evitare frodi ed arrivare ad una reale facilitazione, invitandoli a concordare prezzi e sconti percentuali solo all'atto del pagamento, dopo aver consumato un pasto sia a prezzo fisso, che alla carta. I consoli, dal canto loro, avrebbero dovuto indirizzare la scelta sui buoni alberghi “condotti possibilmente da persone amiche dei ciclisti” indicandone uno per i piccoli centri, due nelle piccole città e tre o quattro in quelle più grandi. Per Cremona vengono segnalati l'albergo reale del Cappello, che offriva alloggio per 2 lire e pensione per 6, e l'albergo Roma, inaugurato nel 1911, con prezzo analoghi. Due possibilità di colazione a prezzo fisso, da 2 e 3 lire, e due livelli di pranzo a prezzo fisso (da 4 e 5 lire) praticava invece il caffè-ristorante Soresini di piazza Roma, che fu anche sede delle prime riunioni della Sezione cremonese del Touring, mentre all'albergo del Cappello si tenne il banchetto conclusivo della prima stagione ciclistica del 1895: i proprietari di entrambi gli esercizi, Federico Soresini e Rodolfo Petrolini, erano infatti tra i primi soci. Ma l'affiliamento, cioè la convenzione che offriva una base minima di prestazioni garantite sul piano qualitativo, interessava anche meccanici e fabbri, medici e farmacisti, legali. A Cremona vennero subito affiliati numerosi meccanici riparatori, così come a Crema Casalbuttano e Soresina. Il primo medico affiliato fu Achille Girelli, residente in via Nuova 2 (l'attuale via Bembo), cui seguirono le farmacie Leggeri e Moncassoli, che praticavano uno sconto del 15% sul materiale venduto. Il dottor Gaetano Moncassoli, peraltro, era particolarmente sensibile ai problemi dei “biciclettisti”, per i quali aveva preparato la “Spugna Asettica Securitas”, che vendeva presso le sue due farmacie in via Boccaccino e in via Robolotti di fronte alla Banca Popolare: un pacchetto di pronto soccorso per le piccole escoriazioni, completo di benda per la fasciatura. Fulvio Cazzaniga, con studio in corso Garibaldi 26, fu invece il primo legato affiliato nel 1900.


A giugno 1895 uscì anche la prima guida dedicata al cicloturismo, compilata da Luigi Vittorio Bertarelli, in cui si possono trovare notizie utili sugli itinerari cremonesi. Per quanto riguarda in particolare Cremona, all'interno di un itinerario di 140 chilometri compreso tra Voghera e Brescia, troviamo i comuni di Bettenesco, Villa Nova e Robecco. Per quanto riguarda le strade quella da Piacenza viene indicata “di solito buona, ma in primavera e in principio dell'autunno piuttosto ingombra di ghiaia. Il ponte sul Po (960 m.) conduce alla tratta che finisce a porta Po (Cremona) della quale si può percorrere anche l'ottimo viale di sinistra, riservato ai cicli e ai veicoli leggeri. Circolazione libera ad eccezione della Piazza del Comune nelle ore di mercato e dei contorni di piazza Roma nelle ore del concerto musicale. Si esce da porta Venezia”. In un secondo itinerario di 84 chilometri da Bergamo a Cremona, invece, vengono indicate Crema, Casalmorano, Castelleone, Soresina e Casalbuttano. Sempre la Sezione cremonese del Touring si fece anche carico della spesa per tutti i cartelli stradali della provincia. Sl finire del primo annodi vita prese il via un'iniziativa per fornire aiuto ai ciclisti in difficoltà: si trattava delle cassette di soccorso medico e delle cassette di riparazione che dovevano essere collocate in località isolate o prive di assistenza per offrire sul posto la possibilità di risolvere incidenti che potevano occorrere al mezzo meccanico e alle persone. La cassetta di pronto soccorso conteneva una serie di medicine che consentivano una prima cura sia in caso di cadute, ma anche in caso di svenimenti, deliqui, dolori intestinali, crampi, diarrea e scottature, con medicamenti del tutto inusitati come “tintura d'arnica, acetato di piombo, laudano, soluzione di cocaina, polveri di chinino, dischi complessi di antipirina, creolina, taffetà, senapismi, pera di gomma, spilli da nutrice, etere solforico. Sull'utilizzo della cocaina che “se ne pone qualche goccia negli occhi nel caso di entri qualche corpo straniero per poterlo poi togliere con facilità; si applica sopra lesioni cutanee assai dolorose”.

Un altro campo in cui si esplicò l'attività della Sezione cremonese del Touring fu la libertà di circolazione per i ciclisti, spesso impedita nei centri abitati, perchè considerati fonte di pericolo per i passanti, con l'obbligo di scendere dal mezzo all'ingresso delle porte cittadine. Nel marzo 1985 la sezione ottenne dall'amministrazione comunale l'abolizione per i ciclisti dell'obbligo di smontare da sella alle porte, ma in compenso il Comune cedette all'idea di un imposizione fiscale sulle biciclette, parificate alle vetture ad un cavallo e due ruote. Il divieto era stato istituito l'anno prima, l'11 giugno 1894, quando il sindaco aveva prescritto: “che d'ora innanzi i biciclisti debbano scendere dalle loro macchine nello transitare dalle porte daziarie e che elle vie della città, e se debbano sempre correre con una velocità non superiore al piccolo trotto di un cavallo”. In realtà gli inconvenienti derivanti dall'abuso della 'velocità non mancavano, soprattutto quando nei giorni di mercato, oppure a porta Milano quando arrivavano le corse quando era necessaria la massima prudenza ed era opportuno accompagnare i mezzi a mano. Ragion per cui la tassa sulla bicicletta, contenuta in 12 lire all'anno, fu ritenuta dai ciclisti un prezzo necessario da pagare per mantenere la loro passione per le due ruote. Una bicicletta di fabbricazione italiana costava allora mediamente intorno alle 300 lire per il modello da uomo e 340 per quello da donna, perchè dotata di copricatena e paravesti. Per avere un'idea, basti pensare che lo stipendio medio di un impiegato della Camera di commercio si collocava tra 1250 e 2000 lire all'anno, mentre la paga giornaliera di un operaio andava da 0,50 a 2,40 lire, ed un chilo di pane poteva costare al massimo 40 centesimi, un chilo di carne bovina 1,40 lire e un chilo di burro 2,18. Una rivista specializzata aveva poi calcolato che i costi di manutenzione di una bicicletta erano di 5 centesimi al chilometro ed il mantenimento del mezzo, in caso di guasti, poteva aggirarsi intorno alle 250 lire all'anno. Insomma un costo di gestione non proprio popolare.


Con la diffusione della bicicletta, però, aumentano anche gli incidenti, nonostante gli appelli alla prudenza. Carla Bertinelli Spotti racconta qualcuno di questi episodi. Ad esempio quello che ha protagonista un negoziante di Soncino il quale, in giro per affari, non riesce a regolare i freni della bicicletta in un tratto in cui la strada ha una forte pendenza e cade rovinosamente al suolo “fracassando la macchina, e quel che è peggio, producendosi una grave ferita al capo con scoperchiatura dell'osso. Oppure quel ciclista cremasco che investe una donna, che “sulle prime parve trattarsi di cosa di poco momento” ed in vece il giorno dopo si trovò in condizioni disperate. C'erano, è vero incidenti di ogni tipo, che coinvolgevano cavalli imbizzarriti, cadute, carri rovesciati e treni, ma mai nessuno impressionava come quelli con protagonista la bicicletta, questa 'macchina' infernale portatrice della modernità, prima dell'avvento del motore a scoppio. Al punto che i ciclisti erano oggetto di veri e propri assalti, come quelli che “ebbero nei pressi della Cava a passare un cattivo quarto d'ora per opera di alcuni avvinazzati contadini i quali minacciarono villanamente quei biciclisti, perchè non si piegarono alla pretesa di scendere dalle loro macchine. Senza una certa presenza di spirito d'uno dei biciclisti, il quale minacciò di estrarre il revolver (che non aveva) la cosa non sarebbe finita troppo bene. Ci si dice però che per la patita violenza, i biciclisti abbiano sporta querela; e noi facciamo voti che una buona lezione insegni anche a certa gente a rispettare i biciclisti”.

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