Era l'8 novembre 1894 quando a Milano
venne fondata l'Associazione nazionale fra Ciclisti e viaggiatori per
sostenere l'uso della bicicletta come normale mezzo di trasporto ed i
cremonesi ne furono talmente entusiasti da, organizzare già in
primavera, la prima di quelle gite che poi sarebbero diventate la
consuetudine della neonata sezione del Touring Club Ciclistico
Italiano. Manca, purtroppo, un resoconto dettagliato di quell'uscita
che, però, venne preparata meticolosamente e che fu oggetto della
prima riunione dell'associazione. Vi era chi voleva andare a Milano e
chi a Piacenza, la velocità avrebbe dovuto essere compresa tra i 12
e i 14 chilometri orari, “comprese le fermate per i bisogni...”,
lo squadrone avrebbe dovuto avere alla propria testa un Console con
il compito di multare quelli che avessero tentato, con la loro
intemperanza, di rompere le file. Venne deciso per Piacenza e la
mattina del 24 marzo si part. Non sappiamo, in realtà, come sia poi
andata. Sta di fatto che alla fine dell'Ottocento Cremona, città di
provincia, è tra le prime ad aderire all'iniziativa moderna della
diffusione della bicicletta a scopo turistico, un gusto per le novità
che favorì, due anni dopo, la prima proiezione del Cinèmatographe
Lumière al teatro Filodrammatico delle fotografie mobili che solo un
anno prima avevano entusiasmato il pubblico parigino. La corsa verso
il futuro è ormai avviata: nel 1895 transita per Cremona la prima
“carrozza automobile” per un viaggio propagandistico da Milano e
Firenze, che desta l'attenzione del cronista de “La Provincia”:
descrive il veicolo che ruzzola “velocemente e senza scosse, meglio
che sulle rotaie, e percorrendo fino a venticinque chilometri
all'ora”, consuma poca benzina ed è destinato a sostituire ben
presto “la bicicletta non solo, ma i trams e le ferrovie e, con
parole profetiche, diventerà il mezzo del futuro non appena le
industrie saranno in grado di ridurne il prezzo grazie alla maggiore
diffusione.
Carla Bertinelli Spotti ha ricostruito
i primi anni di vita del club sulle pagine della “Rivista Mensile”,
che iniziò ad uscire con regolarità fin dal gennaio del 1895. La
sezione Comfort aveva subito inviato ai propri consoli circolari e
questionari per invitarli ad individuare gli alberghi che
possedessero le caratteristiche idonee all'affiliazione, e per
evitare frodi ed arrivare ad una reale facilitazione, invitandoli a
concordare prezzi e sconti percentuali solo all'atto del pagamento,
dopo aver consumato un pasto sia a prezzo fisso, che alla carta. I
consoli, dal canto loro, avrebbero dovuto indirizzare la scelta sui
buoni alberghi “condotti possibilmente da persone amiche dei
ciclisti” indicandone uno per i piccoli centri, due nelle piccole
città e tre o quattro in quelle più grandi. Per Cremona vengono
segnalati l'albergo reale del Cappello, che offriva alloggio per 2
lire e pensione per 6, e l'albergo Roma, inaugurato nel 1911, con
prezzo analoghi. Due possibilità di colazione a prezzo fisso, da 2 e
3 lire, e due livelli di pranzo a prezzo fisso (da 4 e 5 lire)
praticava invece il caffè-ristorante Soresini di piazza Roma, che fu
anche sede delle prime riunioni della Sezione cremonese del Touring,
mentre all'albergo del Cappello si tenne il banchetto conclusivo
della prima stagione ciclistica del 1895: i proprietari di entrambi
gli esercizi, Federico Soresini e Rodolfo Petrolini, erano infatti
tra i primi soci. Ma l'affiliamento, cioè la convenzione che
offriva una base minima di prestazioni garantite sul piano
qualitativo, interessava anche meccanici e fabbri, medici e
farmacisti, legali. A Cremona vennero subito affiliati numerosi
meccanici riparatori, così come a Crema Casalbuttano e Soresina. Il
primo medico affiliato fu Achille Girelli, residente in via Nuova 2
(l'attuale via Bembo), cui seguirono le farmacie Leggeri e
Moncassoli, che praticavano uno sconto del 15% sul materiale venduto.
Il dottor Gaetano Moncassoli, peraltro, era particolarmente sensibile
ai problemi dei “biciclettisti”, per i quali aveva preparato la
“Spugna Asettica Securitas”, che vendeva presso le sue due
farmacie in via Boccaccino e in via Robolotti di fronte alla Banca
Popolare: un pacchetto di pronto soccorso per le piccole
escoriazioni, completo di benda per la fasciatura. Fulvio Cazzaniga,
con studio in corso Garibaldi 26, fu invece il primo legato affiliato
nel 1900.
A giugno 1895 uscì anche la prima
guida dedicata al cicloturismo, compilata da Luigi Vittorio
Bertarelli, in cui si possono trovare notizie utili sugli itinerari
cremonesi. Per quanto riguarda in particolare Cremona, all'interno di
un itinerario di 140 chilometri compreso tra Voghera e Brescia,
troviamo i comuni di Bettenesco, Villa Nova e Robecco. Per quanto
riguarda le strade quella da Piacenza viene indicata “di solito
buona, ma in primavera e in principio dell'autunno piuttosto ingombra
di ghiaia. Il ponte sul Po (960 m.) conduce alla tratta che finisce a
porta Po (Cremona) della quale si può percorrere anche l'ottimo
viale di sinistra, riservato ai cicli e ai veicoli leggeri.
Circolazione libera ad eccezione della Piazza del Comune nelle ore di
mercato e dei contorni di piazza Roma nelle ore del concerto
musicale. Si esce da porta Venezia”. In un secondo itinerario di 84
chilometri da Bergamo a Cremona, invece, vengono indicate Crema,
Casalmorano, Castelleone, Soresina e Casalbuttano. Sempre la Sezione
cremonese del Touring si fece anche carico della spesa per tutti i
cartelli stradali della provincia. Sl finire del primo annodi vita
prese il via un'iniziativa per fornire aiuto ai ciclisti in
difficoltà: si trattava delle cassette di soccorso medico e delle
cassette di riparazione che dovevano essere collocate in località
isolate o prive di assistenza per offrire sul posto la possibilità
di risolvere incidenti che potevano occorrere al mezzo meccanico e
alle persone. La cassetta di pronto soccorso conteneva una serie di
medicine che consentivano una prima cura sia in caso di cadute, ma
anche in caso di svenimenti, deliqui, dolori intestinali, crampi,
diarrea e scottature, con medicamenti del tutto inusitati come
“tintura d'arnica, acetato di piombo, laudano, soluzione di
cocaina, polveri di chinino, dischi complessi di antipirina,
creolina, taffetà, senapismi, pera di gomma, spilli da nutrice,
etere solforico. Sull'utilizzo della cocaina che “se ne pone
qualche goccia negli occhi nel caso di entri qualche corpo straniero
per poterlo poi togliere con facilità; si applica sopra lesioni
cutanee assai dolorose”.
Un altro campo in cui si esplicò
l'attività della Sezione cremonese del Touring fu la libertà di
circolazione per i ciclisti, spesso impedita nei centri abitati,
perchè considerati fonte di pericolo per i passanti, con l'obbligo
di scendere dal mezzo all'ingresso delle porte cittadine. Nel marzo
1985 la sezione ottenne dall'amministrazione comunale l'abolizione
per i ciclisti dell'obbligo di smontare da sella alle porte, ma in
compenso il Comune cedette all'idea di un imposizione fiscale sulle
biciclette, parificate alle vetture ad un cavallo e due ruote. Il
divieto era stato istituito l'anno prima, l'11 giugno 1894, quando il
sindaco aveva prescritto: “che d'ora innanzi i biciclisti debbano
scendere dalle loro macchine nello transitare dalle porte daziarie e
che elle vie della città, e se debbano sempre correre con una
velocità non superiore al piccolo trotto di un cavallo”. In realtà
gli inconvenienti derivanti dall'abuso della 'velocità non
mancavano, soprattutto quando nei giorni di mercato, oppure a porta
Milano quando arrivavano le corse quando era necessaria la massima
prudenza ed era opportuno accompagnare i mezzi a mano. Ragion per cui
la tassa sulla bicicletta, contenuta in 12 lire all'anno, fu
ritenuta dai ciclisti un prezzo necessario da pagare per mantenere la
loro passione per le due ruote. Una bicicletta di fabbricazione
italiana costava allora mediamente intorno alle 300 lire per il
modello da uomo e 340 per quello da donna, perchè dotata di
copricatena e paravesti. Per avere un'idea, basti pensare che lo
stipendio medio di un impiegato della Camera di commercio si
collocava tra 1250 e 2000 lire all'anno, mentre la paga giornaliera
di un operaio andava da 0,50 a 2,40 lire, ed un chilo di pane poteva
costare al massimo 40 centesimi, un chilo di carne bovina 1,40 lire e
un chilo di burro 2,18. Una rivista specializzata aveva poi calcolato
che i costi di manutenzione di una bicicletta erano di 5 centesimi al
chilometro ed il mantenimento del mezzo, in caso di guasti, poteva
aggirarsi intorno alle 250 lire all'anno. Insomma un costo di
gestione non proprio popolare.
Con la diffusione della bicicletta,
però, aumentano anche gli incidenti, nonostante gli appelli alla
prudenza. Carla Bertinelli Spotti racconta qualcuno di questi
episodi. Ad esempio quello che ha protagonista un negoziante di
Soncino il quale, in giro per affari, non riesce a regolare i freni
della bicicletta in un tratto in cui la strada ha una forte pendenza
e cade rovinosamente al suolo “fracassando la macchina, e quel che
è peggio, producendosi una grave ferita al capo con scoperchiatura
dell'osso. Oppure quel ciclista cremasco che investe una donna, che
“sulle prime parve trattarsi di cosa di poco momento” ed in vece
il giorno dopo si trovò in condizioni disperate. C'erano, è vero
incidenti di ogni tipo, che coinvolgevano cavalli imbizzarriti,
cadute, carri rovesciati e treni, ma mai nessuno impressionava come
quelli con protagonista la bicicletta, questa 'macchina' infernale
portatrice della modernità, prima dell'avvento del motore a scoppio.
Al punto che i ciclisti erano oggetto di veri e propri assalti, come
quelli che “ebbero nei pressi della Cava a passare un cattivo
quarto d'ora per opera di alcuni avvinazzati contadini i quali
minacciarono villanamente quei biciclisti, perchè non si piegarono
alla pretesa di scendere dalle loro macchine. Senza una certa
presenza di spirito d'uno dei biciclisti, il quale minacciò di
estrarre il revolver (che non aveva) la cosa non sarebbe finita
troppo bene. Ci si dice però che per la patita violenza, i
biciclisti abbiano sporta querela; e noi facciamo voti che una buona
lezione insegni anche a certa gente a rispettare i biciclisti”.
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