Il manifesto celebrativo del record di velocità |
Dopo quella gara nulla sarebbe stato
come prima. A cambiare per sempre il circo dei gentlemen driver ci
avrebbe pensato una giovane scuderia con
un cavallino rampante come simbolo. Enzo Ferrari in quei giorni non
era riuscito a pensare ad altro. Una settimana prima aveva visto
sfrecciare sulle ali del vento la Sedici cilindri di Alfieri Maserati
guidata da 'Baconìn'
Borzacchini che, nell'anno più nero della sua carriera, aveva colto
a Cremona il successo più strepitoso: il record mondiale sui 10
chilometri con partenza lanciata alla folle velocità di 246,069
km/h. Una gara destinata ad entrare nella leggenda
dell'automobilismo. Così, quella sera del 5 ottobre 1929 alla cena
di gala dell'Automobile Club di Bologna, organizzata per festeggiare
Alfieri Maserati, mentre gli altri commensali profetizzavano la fine
imminente delle corse su strada, il giovane Enzo, allora
concessionario dell'Alfa Romeo, cercava di convincere Alfredo
Caniato, commerciante in canapa di Ferrara, e Mario Tadini,
specialista nelle gare in salita originario di Bergamo, che era
giunto il momento di creare una sua piccola scuderia.
Quel
pomeriggio di sabato, 28 settembre, a sfidarsi sul lungo rettilineo
di via Mantova, sono in sei, ma agli allori assurgono in quattro:
Mario Umberto Baconin Borzacchini su Maserati Tipo V4 4000, Gastone
Brilli Peri su Alfa Romeo, Achille Varzi su Alfa Romeo e Tonino
Zanetti su Maserati. La gara costituisce il prologo al Circuito
automobilistico Nazionale di Cremona che si terrà all'indomani, ma
quest'anno è destinata ad oscurarne la fama Il tratto cronometrato
parte dal municipio di Gadesco Pieve Delmona e arriva a Sant'Antonio
d'Anniata, una frazione di Pessina Cremonese, con circa 3 km di
margine prima e dopo i due riferimenti per il lancio e l'arresto. Il
regolamento internazionale prevede che il percorso venga compiuto due
volte, una per ogni senso di marcia e la media dei tempi viene
omologata ai fini del record. Entrambe le prove devono essere
effettuate nel tempo massimo di trenta minuti. Il motivo è semplice:
le due prove vanno effettuate per correggere il vento a favore e per
bilanciare il dislivello stradale mentre trenta minuti è ritenuto un
intervallo di tempo ragionevole entro cui non possono avvenire
significative variazioni climatiche.
Per
effettuare la prima prova ascendente le auto iniziano la marcia
subito dopo il passaggio a livello di via Mantova, mentre il tratto
cronometrato inizia circa due chilometri prima di Gadesco e termina
due chilometri dopo Cicognolo. Il tratto in cui le auto devono
rallentare, che costituisce l'inizio del percorso discendente,
termina alla curva parabolica di Sant'Antonio. Qui le auto possono
sostare oltre 20 minuti per far riposare il motore e sostituire
eventualmente le gomme. Alle prove sono iscritte sette vetture: due
Alfa Romeo, due Maserati 4000 e 1100 di cilindrata, una Marcedes, una
Talbot e una Bugatti guidata da Giuseppe Campari. C'è la possibilità
di battere sei record di classe: quello del mondo è detenuto da
Eldridge su Miller in 2'39''45 alla media di km. 225,776, conquistato
all'autodromo di Monza nella stagione 1926. La Mercedes, che poi non
partirà, dovrebbe dare l'assalto al record di classe A per vetture
oltre i 5000 centimetri cubi, detenuto da Cobb su Delage dal 20
aprile 1929, alla velocità di km. 206,185. Nessuna auto è iscritta
alla classe B per vetture da 4001 a 5000 cmc. Borzacchini con la sua
Maserati 16 cilindri punta al record internazionale della classe C,
detenuto dall'inglese Kaye Don su Sunbeam con Km. 209, 485. Brilli
Peri guiderà un'Alfa Romeo alesata, leggermente superiore ai 2000
cmc e dovrà battere i 200 km/h di Eyston su Bugatti. Si annuncia
invece battaglia nella classe E per vetture da 1501 a 2000 cmc dove
si affrontano Achille Varzi su Alfa Romeo e Giuseppe Campari su
Bugatti per battere il record di Haye Don di 202,360 km/h. Oggi sono
velocità che ci fanno sorridere, ma a quel tempo solo dei pazzi vi
si potevano cimentare.
Mario Umberto Baconin Borzacchini |
Si
presentano al via sei concorrenti: Borzacchini, Zanelli ed Ernesto
Maserati sulle Maserati; Varzi e Brilli Peri su Alfa Romeo e Tazio
Nuvolari che ha sostituito Campari sulla Bugatti monoposto. Viene
sorteggiato l'ordine di partenza: Zanelli, Nuvolari, Borzacchini,
Brilli Peri, Varzi, Maserati. Si stabilisce che le prove vengano
effettuate in due turni: Zanelli, Nuvolari e Borzacchini e poi
nell'ordine Brilli Peri, Varzi e Maserati.
Zanelli
prende il lancio dal paddock, seguito ad intervalli di cinque minuti
da Nuvolari e Borzacchini. Transita velocissimo, mantenendo l'auto
perfettamente al centro della strada. Nuvolari è addirittura
impressionante e gli fa eco Borzacchini: l'urlo del suo motore è
lacerante e si avverte il rombo ancora a distanza di chilometri. I
tempi registrati sono: Zanelli 4'0” 60/100 alla media di 149,626;
Nuvolari 3'2”60/200 alla media di 187,152; Borzacchini 2'25''20/100
alla media di 247,933. Scoppia un fragoroso applauso all'indirizzo
del corridore ternano, cui segue un religioso silenzio che annuncia
l'inizio della prova discendente. Il sole al tramonto acceca la vista
dei piloti, il motore di Nuvolari accusa problemi ed anche
Borzacchini è in difficoltà, Zanelli invece migliora di qualche
centinaio di metri. Per quest'ultimo la media è di 150 km/h, per
Nuvolari è 165,898 e per Borzacchini 244,233.
E'
la volta delle Alfa e delle Maserati due litri: Brilli Peri e Varzi
entusiasmano il pubblico per lo stile di guida, la perfetta tenuta di
strada e la regolarità sorprendente del motore. Ernesto Maserati è
tradito dall'accensione ed è costretto a ritirarsi a Cà de' Mari.
“L'ingegno
e il genio di Alfieri Maserati, l'audacia e l'ardore di Borzacchini
hanno assicurato all'Italia un trionfo che avrà clamorose
ripercussioni internazionali – scrive il giorno dopo Sandro
Mainardi su “Il Regime fascista” - la «Miller», la possente
vettura americana che ha assicurato ad Eldridge una corona triennale
da tanti sfiorata ma da nessuno carpita, questo lauro che tutto il
mondo si batte con accanimento per conquistarlo, passa trionfalmente
in possesso dell'Italia, con una media semplicemente spettacolosa per
superare la quale nuovi profondi studi occorreranno; nuovi anni
passeranno per rapircela. Povero 225,776! Dagli altari di ieri
mattina sei passato alla polvere del luminoso pomeriggio del 28
settembre 1929 che passerà alla storia e che ricorderemo con
nostalgia ogni anno in occasione di tutti gli assalti, quando ci
domanderemo stupiti chi sarà in grado, quale nuova macchina ambirà
assidersi a posizione tanto regale. L'industria ed i piloti d'Italia
che hanno finalmente trovato il loro cimento ideale, il loro
rettilineo che non teme né avversari né concorrenti, hanno
consacrato al mondo il primato assoluto del rettifilo di Cremona. Su
questo terreno che ci ha rivelato Antonio Ascari depositeranno il
loro orgoglio gli audaci, a questa pista superba affideranno sempre
il tesoro delle loro possibilità, impediranno che da Cremona e
dall'Italia da oggi in avanti che si diparta tanto patrimonio di
prestigio e di gloria e quel primato che tutte le Nazioni del mondo
con ambizione ci invidiano. La giornata indimenticabile ha portato
alle vette più elevate, difficilmente accessibili la marcia più
gloriosa che conti la Patria. L'Alfa Romeo con quel «P2» che ogni
aggettivo appare superato ha completato il trionfo italiano
demolendo, oltre che due records internazionali, quello che sembrava
inattaccabile appannaggio di Giuseppe Campari, stabilito lo scorso
anno – pur in un solo senso – sull'identica pista. Crolla dunque
clamorosamente il record di Eyston sulla Bugatti (3'0''20/100) a 200
all'ora di media. La micidiale spugna dell'Alfa con le mani possenti
di Gastone Brilli Peri passa e cancella con 2'41''20/100 equivalente
a 223,35; qualche cosa dunque equivalente ad oltre 23 chilometri di
differenza!. Ma la «P2» del fiorentino, sinonimo di trionfo, aveva
una seconda sorella in lizza ed anche questa – come la tradizione
esige – ha voluto la sua parte ed eccola con Achille Varzi,
nell'esatta cilindrata dei 2000 cmc, annullare non solo lo sforzo di
Raye Don, l'inglese volante, con la sua Sunbeam marciava a Brookland
con 202.360 (2'51''90/100) ma superare pur essa di slancio il proprio
precedente sforzo (Campari, 2'45''1/5) migliorando la media di oltre
cinque chilometri.
La Maserati tipo V4 vincitrice del record |
Noi
ci domandiamo ancor sbalorditi quale miracolo di meccanica nascondano
quei cofani, noi andiamo cercando ancora nei nostri ricordi, quale
altra macchina della costruzione automobilistica mondiale abbia
tenuto per tanto tempo tanta schiacciante superiorità ed un primato
senza precedenti nella storia delle competizioni di tutto il mondo.
Nuvolari ha avuto poca fortuna e la sua Bugatti monoposto non ha
assecondato i voleri dell'ardente e temerario mantovano; una prova
ascendente discreta, l'altra discendente inferiore all'attesa; sarà
per un'altra volta perchè il valore del pilota non può meritare che
le medie d'eccezione. Più sfortunato è stato Ernesto Maserati,
tradito dall'accensione in pieno record ascendente; la migliore delle
impressioni ha lasciato Zanelli sulla nuovissima (forse perchè
troppo nuova) Maserati 8 cilindri 1100 cmc che aveva evidentemente
bisogno di maggiori prove e di svariate centinaia di chilometri
all'attivo per portarla al rendimento sperato dal costruttore. Quasi
250 di media sui dieci chilometri non è exploit disprezzabile,
quando pensiamo che il miglior tempo segnato sulla distanza a Cremona
apparteneva dal 1924 alla Salmson di Abele Clerici con 4'49'' e 4/5
alla media di km. 124,223; un miglioramento di oltre 25 chilometri
può tuttavia inorgoglire Alfieri Maserati che per l'anno prossimo
può con sicurezza sperare in un notevolissimo
miglioramento della già brillante e lusinghiera media di ieri”.
La
Maserati
Tipo V4,
è stata una vettura che ha segnato un importante traguardo per il
Tridente in termini
di innovazione.
L’obiettivo
degli ingegneri della casa automobilistica modenese era quello
di progettare
una motorizzazione possente,
unendo due motori uguali a 8 cilindri in linea. Il progetto prevedeva
l’utilizzo di due
propulsori Tipo 26B affiancati,
collegati da un unico basamento contenente i due alberi motore. La
denominazione V4
deriva
dal fatto che i gruppi cilindri erano collocati ad angolo di 25°
formando una V mentre 4
è
riferito ai litri della cilindrata.
Così
Baconin Borzacchini ricordava la sua folle corsa di Cremona: “lì
per lì non ho avuto paura perché non ho avuto il tempo. Ero troppo
concentrato preoccupato di guardare la strada che si chiudeva a V
davanti agli occhi e a tenere la macchina al centro della strada
…..”.
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