Vi ricordate la pensilina di piazza
Cavour, realizzata vent'anni fa, nel 1998, e smantellata dieci anni
dopo? E le infinite polemiche che precedettero la sua definitiva
eliminazione in vista di un concorso di idee che prevedesse l'intera
riqualificazione della piazza, rimasto dal 2009 lettere morta? Nulla
di nuovo. Dalle carte dell'Archivio storico comunale, depositato
presso l'Archivio di Stato, spunta il progetto per coprire con una
pensilina piazza Cavour ben cent'anni prima della giunta Bodini,
finito nel nulla, ma sicuramente dalle linee architettoniche molto
più eleganti, sensibili al gusto liberty del tempo.
Il disegno per la centina della pensilina |
Il progetto fu realizzato dall'Ufficio
tecnico del Comune su incarico della giunta guidata da Giuliano
Sacchi, sollecitata dalla Camera di Commercio di Cremona. Era da
tempo che si dibatteva sulla necessità di dotare il centro storico
della città di un mercato coperto, destinato soprattutto ad ospitare
il mercato dei bozzoli, ma anche altre necessità mercantili. Si era
pensato anche di coprire con una tettoia in vetro il cortiletto
Federico II del palazzo municipale, ma l'idea venne scartata a favore
di piazza Cavour, trovando unanimi consensi. A provocarne il
definitivo abbandono fu con ogni probabilità il continuo valzer di
sindaci che caratterizzò quello scorcio di secolo con l'alternarsi
di Giuliano Sacchi, Giuseppe Puerari, Luciano Ferragni, Andrea
Armanni, Osvaldo Archinti, Giuseppe Lava, Pietro Rizzi, Ferdinando
Bolza ed ancora Luciano Ferragni nel giro di dieci anni tra il 1888
ed il 1898. Di certo se ne parlava ancora, come vedremo, nel 1908,
anche se, abbastanza caustico, nel 1918 Giuseppe Garibotti, che aveva
presentato un progetto di riordino generale dei mercati in un unico
edificio coperto, osservava: “I mercati coperti da crearsi in
piazza Cavour, a porta Po, od a Porta Romana, entravano nei programmi
elettorali, oppure venivano soltanto esaltati in qualche adunanza di
nuovi eletti, senza raggiungere mai un qualsiasi concretamento”. E
ribadiva il severo giudizio sulle precedenti amministrazioni: “Se
non fossero stati illuminati e lodevolissimi interventi della Banca
popolare e del Comizio Agrario, il Mercato bestiami in Cremona
sarebbe ancora – con tutta probabilità – una vasta area con
poche tettoie. Avessero almeno i nostri predecessori dimostrato di
voler, prima o dopo curare la creazione di moderni mercati pel grano,
verdure frutta, polleria, pesce, dove ogni giorno devono raggrupparsi
numerosi venditori ed acquirenti! Ma pur troppo, mai venne concretato
ed attuato ciò che ripetutamente era invocato dagli interessati”
(Il nuovo ordinamento dei Mercati per generi di alimentazione.
Relazione al Consiglio comunale dell'assessore G. Garibotti, Cremona,
Interessi Cremonesi, 1918). Parole profetiche quelle di Garibotti,
talmente profetiche che anche il suo ambizioso progetto di demolire
palazzo Galizioli per realizzare sull'area il mercato coperto in un
nuovo edificio, rimase lettera morta.
Ma vediamo invece la storia della
nostra pensilina di fine Ottocento. A proporla fu il sindaco Giuliano
Sacchi nella riunione di giunta del 31 agosto 1888, che diede
incarico all'Ufficio tecnico di progettare “una tettoia stabile per
coprire l'intera piazza Cavour lasciando libere le strade che la
fiancheggiano e che l'attraversano tenendo tale tettoja distante non
meno di 4 metri dalle linee dei colonnati dei portici e metri 5 dalla
fronte della casa Rossi”. La necessità nasceva dal fatto di dover
trovare una nuova sistemazione del mercato dei bozzoli, che allora si
teneva in piazza del Duomo sotto un tendone: “Il padiglione –
informava il sindaco - che per la sua estensione è insufficiente di
spazio, di rilevante spesa per le sua conservazione, non presenta
quella sicurezza dal riparo delle acque di pioggia che un tale
edificio deve nel modo il più assoluto accertare. Questo padiglione
che venne attivato ora sono sei anni si è già ridotto allo stato da
richiedere una radicale riforma. Essendosi ripetuto anche quest'anno
il fatto in misura molto maggiore di quanto sia sucesso nei passati
anni 1886 e 1887, che durante un acquazzone, sotto il padiglione
pioveva come se non vi fosse stata la copertura in loco.
Fortunatamente il mercato in quel giorno era poco popolato e i
mercanti colla loro merce ripararono sotto i portici del municipio,
ma se la pioggia fosse caduta in una giornata di popolato mercato, la
merce si sarebbe sciupata d'acqua”. Dai dati statistici che lo
stesso sindaco aveva portato in giunta, si ricavava che nel 1888 si
erano prodotti 81.920 chilogrammi di bozzoli, non molto in verità,
rispetto a quanto prodotto nel 1882, ad esempio, quando i chili
furono 113.848, ma comunque una discreta quantità tale da far dire
al sindaco: “Avete l'esempio del mercato dei bestiami. Prima che in
forze quel bellissimo piazzale fuori di porte Venezia sul quale vien
tenuto, avrà una mostra di mercato. Ora per la comodità del luogo
ha centuplicato di frequenza, ed ha acquistato la fama di uno dei
migliori mercati della Lombardia, Veneto, Emilia, Piemonte e da
qualche anno è frequentato da negozianti napoletani. Se
l'amministrazione comunale, per lesineria di denaro, non avesse avuto
il coraggio di apprestare le comodità che presenta il luogo
destinato al mercato, Cremona non avrebbe acquistato quel grado di
movimento commerciale che la fa continuamente prosperare e notare
anche che il solo ponteggio della piazza rende l'interesse del
capitale occorso per la sua costruzione.
Egual sorte avrà il mercato dei
bozzoli se sapremo predisporre un piazzale sufficientemente ampio e
con copertura sicura della piazza. Non è a discutersi se convenga al
Comune abbandonare o tenere con cura il mercato bozzoli. E' un
cespite di somma pertiene al commercio cittadino e tornerà di non
lieve ristoro alle finanze del Comune. Nessuna amministrazione
cittadina potrebbe ideare la sopresione del mercato bozzoli, anzi il
suo obbiettivo sarà sempre quello di sostenere, protegge, fare
fiorire nel miglior modo questo mercato”.
La planimetria del mercato dei bozzoli |
Ragion per cui diventava indispensabile
recuperare nuovi spazi attrezzati. “Dall'esperienza è risultato
che la superficie necessaria al mercato non deve essere minore di
metri 1261. La piazza del Comune devesi a priori escludere perchè è
una piazza da tenersi sgombra per non deturpare la sua bellezza
monumentale. La piazza Pescheria e del Lino è troppo piccola perchè
non ha di spazio utile che metri quadrati 800. Scegliendo, o non si
può altrimenti, la piazza Cavour, bisogna provvedere per il
trasporto in altra località della statua di Vittorio Emanuele, e la
nuova località la troverei opportuna nel luogo dove ora trovasi la
colonna della Pace, destinandosi questa a altro spazio. Il monumento
di Vittorio Emanuele si troverebbe meglio colocato in questo muovo
posto perchè acquisterebbe un punto prospettico di molto effetto,
ciò che le manca del tutto dove ora trovasi. Il trasporto dei due
monumenti importerà la spesa di L. 3500. L'edificio proprio a
coprire il piazzale del mercato non può essere che una tettoia
stabile a colonne di ghisa con davanti una copertura in ferro a
parfetta tenuta d'acqua con pavimentazione di granito, di stile ed
altezza e non di lusso soddisfacente al decoro cittadino. Il costo di
quest'opera ammonterà a L. 65.000 alle quali aggiunte le L. 3500 per
il trasporto dei monumenti si ha un totale di L.68.500”.
Lo stesso sindaco Sacchi non si
nascondeva le difficoltà che il progetto avrebbe potuto incontrare e
concludeva la sua presentazione dicendo: “Questo progetto potrà
incontrare degli ostacoli, specialmente per la occupazione della
piazza e forse anche nelle spese per chi non volesse riflettere alle
spese che abbiamo attualmente col padiglione mobile. Forse potrà
essere respinto per la prima volta dal Consiglio comunale, ma non per
ciò dobbiamo arrenderci dallo studio e presentare le nostre
proposte. Avremo scaricato il peso delle responsabilità, avremo
fatto il debito nostro chiamando l'attenzione pubblica sopra tanto
grave oggetto, e non dubitate che il tempo e non a lungo ci darà
ragione. Ciò che sarà stato a noi negato verrà imposto ad altra
amministrazione comunale”.
Passò qualche settimana e fu la stessa
Camera di Commercio con una lettera del 5 novembre a sollecitare la
Giunta a prendere in considerazione l'idea di realizzare il mercato
coperto in piazza Cavour, destinandolo non solo ai bozzoli, ma anche
alla frutta ed al pollame, tanto che la giunta, guidata da Giuseppe
Puerari, facente funzioni di sindaco, il 4 gennaio 1889 discusse ed
approvò la .proposta camerale. Ma passarono altri due anni e solo il
26 aprile 1891, quando era sindaco ancora per pochi giorni Luciano
Ferragni, il progetto predisposto dall'Ufficio Tecnico venne
esaminato ed approvato prima di una nuova crisi con la successiva
nomina del regio commissario straordinario Andrea Armanni. Il verbale
della giunta recita: “La giunta avuta contezza del progetto di
mercato coperto allestito dall'Ufficio Tecnico secondo le dategli
istruzioni, e trovatolo soddisfacente così del riguardo della scelta
della località, come per quanto alla ideata struttura ed al disegno
della tettoia, ne prende atto, augurandosi che la giunta che sarà
chiamata a succederle nell'amministrazione del Comune lo prenda nella
dovuta considerazione e ne spinga la esecuzione avuto riguardo in
particolar modo al bisogno urgente di provvedere al mercato pei
bozzoli, essendo divenuto inservibile il padiglione mobile destinato
a quello scopo”. A questo punto, però, del progetto si perdono le
tracce ed è ancora la Camera di Commercio a rispolverare la
questione molti anni dopo, nel 1905, confidando nel nuovo sindaco
Francesco Piazza, a cui il presidente Meneghini scrive il 29
settembre: “Nell'adunanza 25 u.m. Il signor consigliere Robbiani
proponeva (ed il consiglio camerale ammetteva) di rinnovare pratiche
col Comune di Cremona per una migliore sistemazione del mercato
civico locale usufruendo all'uopo del cortile del palazzo municipale
opportunamente coperto. Ora, ricordando da nota municipale 8 gennaio
1889 n. 11100, questa camera confida che codest'onorevole
Amministrazione possa raggiungere lo scopo desiderato dal commercio –
o con l'accenata copertura del cortile del Municipio o con altri più
pratici e migliori progetti. Gradirà il sottoscritto di avere un
cenno di riscontro in argomento, e di conoscere le vedute di
codest'onorevole Giunta in proposito per darne analoga comunicazione
a questo consiglio camerale”.
Il progetto di Giuseppe Garibotti |
Ma, ahimè, anche Piazza non ebbe
migliore fortuna dei suoi predecessori e si dimise il 2 luglio 1906.
Probabilmente la questione del mercato coperto venne finalmente
ripresa dal nuovo sindaco Dario Ferrari, dal momento che tra le carte
della pratica si trova, unica traccia della fantomatica copertura, la
proposta della ditta Pasqualin e Vienna per installare una tettoia a
Cremona al prezzo di 31.100 lire. Alla lettera, datata 16 aprile
1908, sono allegati due disegni dell'installazione, che riprendono il
progetto presentato a suo tempo dall'Ufficio tecnico comunale, di cui
esistono, allegati alla prima pratica del 1891, i disegni delle
centine metalliche di un piacevole gusto liberty.
Dieci anni dopo concludeva, dunque,
amaramente Garibotti: “Le amministrazioni passate del nostro
Comune, per quanto sollecitate ripetutamente, non si sono mai curate
seriamente di riorganizzare con criteri moderni, i pubblici Mercati,
dotandolo di speciali edifici. Trascurando di rilevare le
vicissitudini del Mercato coperto dei bozzoli, possiamo notare che
prima ancora di provvedere al mercato coperto dove si concretano
operazioni immense di riprodotti del suolo e di generi di
alimentazione, si cercò dimettere al coperto e bem riparati i bovini
e gli equini”. Purtroppo, però a rendere testimonianza del
grandioso progetto di Garibotti sono rimasti solo i disegni dei
prospetti delle facciate di quello che sarebbe dovuto diventare il
grande mercato coperto di Cremona, mai realizzato: vent'anni dopo,
sulle macerie di palazzo Galizioli sorse invece la grandiosa sede
della Ras.
Nessun commento:
Posta un commento