Tra i film che avrebbero dovuto girarsi
a Cremona e che finirono invece altrove vi è il primo che il
protagonista, Ugo Tognazzi, avrebbe voluto ambientare interamente
nella sua città. A lungo l'attore cremonese cullò questo sogno, ma
dovette rinunciarvi proprio a causa dei suoi concittadini, che
temettero di essere additati al pubblico ludibrio. Ed è il film in
cui Tognazzi, in vero stato di grazia, fornisce una delle prove più
alte del suo indiscutibile talento comico, unito ad una rara capacità
di introspezione psicologica del personaggio che interpreta,
l'industriale bresciano del cappello Andrea Artusi, affiancato da
una splendida Claudia Cardinale. Il film, diretto da Antonio
Pientrangeli è “Il magnifico cornuto” e il solo titolo spinse
l'ipocrita Cremona degli anni Sessanta a rifiutarlo, dirottandolo,
con grande dispiacere di Tognazzi, su Brescia. Tuttavia, prendendo
tutti in contropiede, il grande Ugo, con uno sberleffo degno dei
suoi, riuscì ugualmente a dar prova del suo amore per la città che
lo aveva respinto, in una scena in cui arriva al cantiere della nuova
villa con una spider targata Cremona e qualche minuto dopo se ne va
con la moglie sulla stessa spider targata Brescia. Eppure fino a
quando il titolo, derivato dalla commedia "Le Cocu Magnifique"
di Fernand Crommelynck, si mantenne nel vago, sul tipo di “Il
matrimonio moderno”, tutto filò liscio. Evidentemente qualcuno non
aveva capito.
L'annuncio lo aveva dato qualche mese
prima lo stesso Ugo, e sabato 24 aprile 1964 arriva la conferma
ufficiale: il film, diretto da Antonio Pietrangeli, si girerà
interamente a Cremona tra giugno e luglio. A confermare la notizia è
lo stesso organizzatore della casa produttrice Sancro Film, Colonna,
che prende alloggio all'hotel Continental, giunto appositamente da
Roma per individuare gli ambienti adatti alla vicenda raccontata dal
film. Da qualche giorno Tognazzi ha ricevuto “Il Nastro d'argento”
della critica come migliore attore protagonista ne “L'ape regina”,
prima opera italiana di Marco Ferreri. E' in un momento
particolarmente felice della sua carriera e proprio nella cerimonia
di consegna del “Nastro” all'Eurocine non ha mancato di ricordare
la sua città, facendo addirittura pronunciare alcune frasi in
dialetto al suo personaggio, così come fanno gli attori romani o
napoletani. Sembra sia stato proprio lui ad imporre alla produzione e
al regista la scelta di Cremona come sfondo a “Matrimonio moderno”,
un film che dovrebbe trarre proprio dall'ambiente circostante un suo
carattere fortemente “padano”. Tuttavia si è consapevoli delle
difficoltà che la produzione comporta in una città dove sono già
falliti vari tentativi al riguardo, si conta ora sulla celebrità
conseguita dal protagonista, sulla bellezza di Claudia Cardinale,
sullo spessore di Salvo Randone e Gabriele Ferzetti, sulla
disponibilità dei cremonesi a soddisfare le esigenze della troupe
quando si presenteranno. D'altronde è la prima volta che la città
viene presa in seria considerazione da un regista di fama, che ha
affidato a Diego Fabbri la stesura di tutti i dialoghi della
pellicola. Gli organizzatori iniziano a battere la città per
reperire gli esterni e, soprattutto, alcuni interni, come ville,
appartamenti o ritrovi pubblici. Poi passeranno al setaccio anche la
provincia, assecondando le richieste di Tognazzi che si è impegnato
personalmente nell'impresa.
Il regista Pietrangeli cerca a Cremona
l'ambiente tipico di una città lombarda perchè la vicenda
dell'umile cappellaio che diventa un magnate dell'industria
acquisterebbe maggiore significato se ambientata proprio in una città
di provincia come questa. E' attesa anche la visita di Ugo Tognazzi,
prima della partenza per Cannes dove dovrà presenziare proprio alla
proiezione de “L'ape regina”. “Cremona vivrà, così, la sua
prima avventura cinematografica – scrive il giornale “La
Provincia” dimenticando la precedente esperienza di “Redenzione”
solo poco più di vent'anni prima – Sarà un'esperienza
interessante per tutti. Cineasti ed attori passeggeranno per le
nostre strade, riflettori e macchine da presa si installeranno in
piazza del Duomo, sul Po, nella zona industriale; ovunque saranno
scelti i luoghi adatti per inserirvi una vicenda divertente con
l'interpretazione del nostro concittadino Ugo Tognazzi. Un
avvenimento che registriamo con il più vivo interesse e con il
massimo compiacimento perchè servirà anche attraverso il cinema a
togliere Cremona dal tanto deplorato isolamento”. Parole fatali.
Domenica 3 maggio il regista si
presenta in città accompagnato dall'architetto Chiari ed insieme
percorrono a piedi in lungo e in largo la città, visitando i i
luoghi più caratteristici, bussando alle porte di case private,
incontrando il sindaco Vincenzo Vernaschi che offre alla troupe la
massima disponibilità nell'affrontare tutte le difficoltà che
dovessero presentarsi alla produzione, compresa la possibilità di
bloccare il traffico qualora fosse necessario. Tuttavia Pietrangeli
non nasconde che si dovrebbero affrontare e superare grosse
difficoltà per dare al film quel carattere squisitamente lombardo
che si vorrebbe.
Pietrangeli spiega che la vicenda ruota
tutta intorno alla figura di un modesto cappellaio, interpretato da
Ugo Tognazzi, che eredita dal padre una fabbrichetta con la relativa
abitazione, ma ben presto il piccolo artigiano si ingrandisce e la
piccola bottega paterna si trasforma in una vera e propria industria.
Intorno a questa ossatura fioriscono altre situazione divertenti e
drammatiche che sarà la vis comica di Tognazzi a colorare con la
dovuta maestria a cui ormai l'attore cremonese ha abituato il
pubblico. Sono due le principali difficoltà che gli organizzatori
devono affrontare e per le quali chiedono suggerimenti alla città
per trovare la soluzione. Perchè il film possa essere girato a
Cremona occorre la disponibilità di almeno due ambientazioni
interne: la vecchia casa in cui vive e lavora l'artigiano, e la nuova
abitazione dell'industriale.
Per quanti palazzi abbia visitato il
regista in questi giorni non ha ancora trovato la location ideale. La
nuova casa dell'industriale Tognazzi dovrebbe essere di recente
costruzione, ma arredata con mobili antichi ed un certo gusto, in
quanto in questa ambientazione dovrebbero girarsi le scene più
importanti del film recitate da Ugo con Claudia Cardinale. Per il
resto Pietrangeli è entusiasta della città che conserva ancora,
come non manca di osservare, “una sua pacata e sobria
caratteristica, e Cremona potrebbe costituire, sia come atmosfera che
ambientazione architettonica, la soluzione ideale, ma i due interni
che si stanno affannosamente cercando ovunque, sono troppo importanti
ed irrinunciabili.
La lavorazione del film che
inizialmente era stata prevista per gli inizi di giugno viene
forzatamente anticipata al 25 maggio, per gli impegni assunti in
America della Cardinale e per gli altri dello stesso Tognazzi, per
cui è urgente trovare una soluzione nel più breve tempo possibile
perchè, se dovessero permanere queste difficoltà, la produzione
sarebbe costretta a cambiare città od orientarsi verso altre
soluzioni. Per cui Pietrangeli lancia un appello ai cittadini perchè
lo aiutino nella ricerca, “e noi rendendoci interpreti delle sue
difficoltà - aggiunge il giornale “La Provincia” - preghiamo i
cremonesi a suggerire delle idee o a segnalare delle abitazioni che
rispondano ai requisiti richiesti”:
Nel generale entusiasmo che coinvolge
la città il pasticcere Vittorio Ganda lancia per primo l'idea di
aggiungere una quarta T alle classiche tre già esistenti, in onore
del grande Ugo: “Io proporrei di aggiungere un quarto «T» -
scrive il 7 maggio 1964 – ai tre già esistenti (i famosi simboli,
in chiave faceta, di Cremona) per rendere un doveroso omaggio a un
attore tutto nostro che, oltre ad esser il miglior comico attuale, si
è sempre dimostrato orgoglioso di dichiararsi cremonese. Come
artigiano del dolce, ogni qualvolta nella mia pasticceria mi vengono
richieste le specialità di Cremona non manco mai di far notare che
adesso esse sono quattro: turoon, turass, te set en bel curiuus,
Tugnass”:
Il 29 maggio il primo colpo di ciak
viene dato a Grottaferrata per girare le più importanti scene
d'interni, la troupe poi, secondo il programma, dovrebbe spostarsi a
Cremona dopo due settimane di lavorazione, per la ripresa degli
esterni e di alcuni interni già scelti da Pietrangeli nelle
settimane precedenti, dal momento che sono rimasti insoluti alcuni
dei problemi che si erano già affacciati in precedenza. Si decide,
pertanto, che a Cremona saranno girate sono le scene esterne. Viene
anche definito il cast: oltre alla Cardinale, che nel frattempo è a
Parigi per scegliere gli abiti che indosserà, nel film figureranno
Bernard Blier, Paul Guers, Michele Girardon e Philippe Nicaud. Il 15
luglio Tognazzi, intervistato a margine della consegna delle annuali
“Anfore d'oro” a Chianciano Terme, conferma l'impegno a Cremona,
dove la troupe, terminate le riprese in interni, girerà tutti gli
esterni: vi è un ritardo di una decina di giorni sulla tabella di
marcia, ma in ogni caso il ciak cremonese sarà il 20 luglio. Claudia
Cardinale, che negli stessi giorni è impegnata nel festival
cinematografico di Karlovy Vary in Cecoslovacchia, raggiungerà
direttamente il resto della troupe sotto il Torrazzo, dove, si dice,
girerà “molte scene”.
Ma trascorrono i giorni e non succede
niente, fino a quando, martedì 28 luglio arriva la doccia fredda: si
viene a sapere che dalla domenica precedente la troupe ha preso sede
a Brescia per girare gli esterni sul viale Oberdan e davanti al
Broletto e non come era stato detto da qualcuno, solo per gli sfondi
montani. Da delusione è cocente e palpabile. Non ci si aspettava da
Ugo Tognazzi un “tradimento” del genere. Cosa non ha funzionato?
Forse la spiegazione è nella frase un po' sibillina, dell'articolo
che, su “La Provincia” del 28 luglio1964, annuncia il forfait di
Pietrangeli, dove si lascia intuire l'esistenza di una polemica sotto
traccia che deve aver accompagnato il film fin dall'inizio, quando il
testo francese del “Cocu Magnifique” era stato un po'
sbrigativamente ed ingenuamente tradotto ed interpretato come un
innocuo “Matrimonio moderno”. “Vennero scelte piazze, palazzi,
strade – ricorda il giornale – Tutto sembrava avviato nel
migliore dei modi. I tre partirono per Roma e da allora si fece un
lungo silenzio. Le voci di agenzie davano per certo che gli esterni
del film si sarebbero effettuati a Parma (che Pietrangeli aveva
visitato lasciando Cremona) ma la stessa produzione smentiva con
l'invio ai giornali di fotografie della Cardinale che si era recata a
Parigi per la scelta del guardaroba che avrebbe indossato «per un
film i cui esterni dovevano essere girati a Cremona fin dal 10
luglio». La produzione, invece, si era trasferita a Grottaferrata
per gli interni soggiornandovi dieci giorni in più del previsto”.
Il resto lo sappiamo, ma è quella
frase, buttata lì, che lascia perplessi: “Antonio Pietrangeli da
molto tempo ha preso d'occhio l'ambiente provinciale (vedi tra gli
ultimi film «La visita» e «La parmigiana»ı) e, secondo lui,
anche «Le cocu», opportunamente adattato e ammodernato, si inseriva
in questo suo problema di costume, senza pretese di fare la critica
all'ambiente nel quale il racconto si innestava”.
Ed invece è stato proprio questo
soggetto a convincere la sonnacchiosa Cremona che forse era meglio
lasciar perdere ed attribuire ad altri questo racconto dell'infedeltà
di provincia. Un racconto dove Andrea Artusi, constatata la facilità
con la quale una moglie può tradire il marito, comincia ad essere
assillato dal dubbio che anche Maria Grazia, la sua bella e giovane
moglie, possa essergli infedele. Il dubbio si tramuta ben presto in
una vera e propria ossessione che lo spinge a comportarsi in modo
tanto assurdo nei confronti di Maria Grazia (in realtà fedelissima)
da costringerla a rivelargli il nome di un presunto amante. Andrea,
al colmo del suo furore, si precipita alla ricerca dell'adultero e
rimane ferito in un incidente d'auto. Ricondotto a casa, Andrea ha
superato la sua ossessione ed è ormai convinto della fedeltà di
Maria Grazia. Ma proprio allora la moglie comincia a tradirlo,
intrecciando una relazione con il medico accorso al capezzale del
ferito...
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