domenica 27 gennaio 2019

Prevostino, un cremonese alle origini della Sorbona

L'università della Sorbona a Parigi
Verso la fine del XII secolo c'era un cremonese che teneva testa ai papi e dettava legge a tanti filosofi suoi contemporanei, da San Tommaso a Sant'Alberto Magno e San Bonaventura. Era conosciuto con il soprannome di Prepositino, o Prevostino, anche se il suo vero nome era probabilmente Pietro, ed era nato all'ombra del Torrazzo verso il 1140. In realtà nei documenti notarili cremonesi del periodo il suo nome non figura e la sua origine lombarda è indicata solo in alcuni manoscritti e dal monaco cistercense Alberico delle Tre Fontane. Nonostante la sua importanza sia confermata dalle lodi dei contemporanei, Prepositino non ha goduto di una grande fortuna da parte degli storici. Sappiamo che ha studiato a Parigi teologia, tra i primi allievi di Pietro Lombardo, e non ha mai avuto una particolare predilezione per le materie più “laiche”, anche se non doveva mancargli una certa preparazione negli studi giuridici, che in seguito gli avrebbe consentito di ricoprire importanti incarichi diplomatici. Durante il cancellierato di Pietro Comestore (1164-1178) riceve il grado di “magister” e nel 1193 è ancora segnalato come maestro di teologia, cosicchè nell'università parigina insegna per almeno i dieci anni successivi, collega di Alano di Lilla e Pietro di Poitiers. Il frate predicatore Rolando, pure lui originario di Cremona dove risiedeva nel convento di San Guglielmo, che da giovane lo ha conosciuto a Parigi e con cui disputa frequentemente, lo definisce “auctor celeberrimus”, insieme a Guglielmo d'Auxerre. Ed a lui possiamo credere perchè Rolando, nato a Cremona nel 1178, nel 1229 aveva ricevuto la prima cattedra universitaria di teologia assegnata a un frate domenicano dal vescovo di Parigi, Gugliemo di Auvergne, in occasione di uno sciopero dei maestri secolari. 
Vi sono dunque, a pochi anni di distanza l'uno dall'altro, due grandi teologi cremonesi ai vertici della più antica e prestigiosa scuola europea fondata intorno al 1170. Proprio Gugliemo d'Auxerre in un passo della sua opera “Summa aurea” ci informa che Prepositino si sarebbe attivamente impegnato contro gli eretici, soprattutto passagini, che, sforzandosi di conciliare le prescrizioni del Nuovo con quelle dell’Antico Testamento, ritenevano necessarie alla salvezza la circoncisione e l’osservanza del sabato, mentre sul piano dogmatico negavano la trinità di Dio e la divinità di Cristo. Proprio in una copia manoscritta della “Summa contra haereticos” conservata a Praga, attribuita ad un “magister Gallus” a lungo identificato con Prepositino, su cui però molti storici non sono d'accordo, troviamo una delle prime esposizioni della dottrina manichea, professata da alcuni gruppi ereticali del tempo, sui rapporti tra Cristo e la Maddalena, che hanno fatto ritenere come l'autore avesse una certa dimestichezza con l'ambiente cataro. George Lacombe ascrisse l'opera a Prevostino in virtù del fatto che Guglielmo d'Auxerre aveva asserito che Prevostino aveva vissuto tra gli eretici e aveva attuato qualche conversione. In ogni modo è lo stesso Prepositino a definirsi magister gallus nella sua Summa de penitentia iniungenda, e con ogni probabilità alla stessa Summa contra haereticos sembra essersi ispirato il grande inquisitore domenicano Moneta, attivo in quegli anni nello studium di Bologna, ma anche lui cremonese, il quale potrebbe aver conosciuto il testo composto a Parigi tramite Rolando che, come abbiamo visto, era l'altro cremonese chiamato all'università francese nel 1229, quasi vent'anni dopo la morte di Prepositino.
Nel 1995 Prepositino viene chiamato a Magonza come “scolastico”, una carica che comporta l'ufficio di presidenza della scuola cattedrale e di sovrintendenza sulle altre scuole monastiche della diocesi con le relative competenze di tipo amministrativo, dove trascorre sei anni abbastanza tranquillo, scolgendo anche due importanti incarichi diplomatici per conto della Santa Sede. E' giudice nel 1196 in una controversia riguardante l’esenzione del monastero di Pegau, in Sassonia; nel 1198 è chiamato, assieme al vescovo di Bamberga, a ufficializzare la scomunica al vescovo di Hildesheim Corrado, che si era insediato autonomamente nella diocesi di Würzburg, qualora questi non avesse immediatamente ubbidito nel giro di venti giorni alle ingiunzioni di Roma. Corrado non obbedisce ed il 20 gennaio 1200 viene scomunicato, i canonici di Würzburg perdono il diritto all'elezione ed il vescovo vien espulso sia dalla sede originaria di Würburg che da quella usurpata di Hildesheim.
Poi avviene un fatto incomprensibile ed ancor più grave, in cui viene coinvolto il nostro Prepositino, a dimostrazione di una certa libertà di vedute non sempre in linea con le indicazioni ecclesiastiche romane. Nel 1200, alla morte dell'arcivescovo di Magonza Corrado, in vista della successione una parte dei canonici elegge a maggioranza come loro candidato Liupoldo, che, pur essendo già vescovo di Worms, prende immediatamente possesso della nuova cattedra, nonostante la esplicita proibizione di Roma, che gli antepone il candidato della minoranza, sostenuto, pare, solo da tre canonici, Sigfrido. Per dirimere la questione i due partiti dei canonici in lotta spediscono ciascuno al papa i propri patrocinatori e per sostenere Liupoldo viene scelto Prepositino, sia in ragione della carica rivestita che per una certa esperienza nel diritto canonico. Il papa a sua volta incarica dell'inchiesta il legato in Germania Guido da Palestrina che, uditi i testimoni i quali sotto giuramento affermano di aver subito violenze da parte dei sostenitori di Liupoldo, conferma l'elezione di Sigfrido, consacrandolo prete e vescovo. Prepositino perde la causa ed il suo partito accusa il legato pontificio di venalità. Il Papa, però, non retrocede di un passo e trascina nella sconfitta dei canonici anche Prepositino, sospettato di aver avuto trascorsi ghibellini in Italia. Il 9 aprile 1203 riceve una severa ammonizione ultimativa da parte del papa Innocenzo III che gli intima di sottomettersi entro un mese al nuovo vescovo. Non sappiamo qual sia stata la reazione di Prepositino, che con ogni probabilità non si sarebbe mai sottoposto a Sigfrido e per questo avrebbe rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico, rinunciando a tutti i benefici che questo comportava. Di fatto il 12 dicembre 1203 viene sostituito nell'incarico da Simeone, scelto direttamente da Roma. Nonostante tutto lo ritroviamo nel 1206 nuovamente ai vertici dell'università parigina con la carica di cancelliere episcopale e alle prese con altri incarichi papali. Non è escluso che, per riottenere la fiducia del papa, abbia compiuto nel frattempo un pellegrinaggio riparatore a Roma, anche se non sappiamo come abbia trascorso questi tre anni tra Magonza e Parigi. Ad ogni modo, nonostante l'episodio di Magonza, il suo prestigio resta intatto, tant'è vero che lo ritroviamo subito alla prese con nuove questioni.
S. Agostino scaccia i demoni delle eresie, miniatura se, XII
Dal 1206 Prepositino, nonostante i suoi trascorsi complicati, viene insignito della prestigiosa carica di cancelliere dell’Università di Parigi ma non smette di svolgere, contestualmente, nel maggio di quell’anno, un’attività come giudice delegato del papa negli affari del monastero di St-Jean-en-Vallée di Chartres. Durante i tre anni intensi di cancellierato, Prepositino non viene più coinvolto in altre preoccupazioni istituzionali documentate, sebbene sia segnalato un suo impegno diplomatico ancora nel marzo del 1209; avrebbe bensì atteso, per il suo secondo soggiorno parigino, alla composizione dei Sermones, in tutto 78 nelle collezioni più complete.
La sua principale opera, composta tra il 1190 e il 1194, è la Summa Theologica , ampiamente diffusa manoscritta, il cui metodo del pro et contra dovette rappresentare un modello di riferimento prossimo, e assurto a sistema organico, per la teologia del XIII secolo, come le numerose citazioni dell’opera del maestro parigino da parte dei nomi più influenti della grande scolastica possono confermar. Prepositino è di fatto l’unico tra i maestri parigini della fine del XII secolo a essere così tanto citato, sebbene le sue sintesi siano principalmente oggetto di confutazione. Dopo un breve prologo, i quattro libri dell’opera, la cui ripartizione schematica risente molto delle importanti novità apportate da Pietro di Poitiers al modello offerto da Pietro Lombardo, trattano rispettivamente di Dio e della Trinità, della creazione, dei peccati e delle virtù, dei misteri cristologici e, infine, dei sacramenti. L’opera, frutto di redazioni successive nel passaggio dalla disputatio orale alla quaestio scritta, non va considerata un mero commentario alle Sententiae di Pietro Lombardo, bensì una summa teologica autonoma, il cui metodo, procedendo secondo classificazioni generali circa genere e numero dei vocaboli usati nel discorso su Dio, presenta le forme e i contenuti di un legittimo e autonomo linguaggio teologico di cui la grammatica offre le regole di base.
La cacciata dei Catari da Carcassonne
Prepositino si offre come modello di un’alternativa ortodossa di osservanza agostiniana per tutti i dottori parigini, l’erede di Pietro Lombardo per seguito e popolarità, benché non sia un teologo di grandissimo livello; infatti, egli sa sostenere il confronto con Gilberto di Poitiers sul medesimo piano della teologia logico-linguistica: alle regole di proporzione di Gilberto, che consentono alle leggi grammaticali di risultare definitivamente normative anche in teologia, Prepositino antepone l’irriducibilità delle proposizioni dogmatiche, ponendo al centro del suo interesse non il contesto sintattico dei termini quanto quello semantico definito da una decina di assiomi teologici precedentemente individuati, asservendo in tal modo il procedere logico alla preconoscenza del mistero divino. Prepositino, al quale interessa principalmente di veder garantita lasimplicitas di Dio, intese negare alla regola grammaticale, limitandone la consequenzialità, il potere ultimo di consentire la teorizzazione della complessità naturalium rationibus in Dio, come si era espressa presso i porretani. Tramite un’operazione di svuotamento nominalistic, per la quale i dogmi dettati dalla pre-concezione teologica costituiscono i principi assiomatici a cui deve conformarsi ogni proposizione – il linguaggio della sua teologia, venendo meno come strumento di indagine del mistero, costituisce di esso soltanto la corretta rappresentazione.
Alberico di Tre Fontane ci informa che già nel 1209 Prepositino viene sostituito a Parigi dal cancelliere Giovanni de Candelis. L’anno della sua morte, segnalata il 25 febbraio nel necrologio di Saint-Martin-des-Champs, è probabilmente il 1210.

La sua fama presso i contemporanei è legata, però, alla sua Summa contra haereticos, l'unico testo che fornisce informazioni precise sull'eresia catara, al punto di aver fatto dubitare Guglielmo d'Auxerre che avesse vissuto qualche tempo presso i patarini. Secondo Prepositino i catari sono coloro che dicono che Dio ha creato soltanto le cose invisibili e immateriali, mentre il diavolo ha creato quelle visibili e materiali. Vi sono due principi, quello buono e quello cattivo, e due nature, quella buona e quella malvagia. Nella sua opera indica solo una variante nelle opinioni dei catari: ve ne sono alcuni che, pur ammettendo con gli altri che Gesù non ha avuto un'anima umana, precisano che in lui è stata la divinità a tenere luogo dell'anima.

Nessun commento:

Posta un commento