lunedì 17 giugno 2019

L'affare dei raggi X

Una radiografia nel 1910
Cremona vanta un primato, forse poco conosciuto, ma di fondamentale importanza nella ricerca scientifica e nella diagnostica: quello di essere stata una delle prime città italiane, seconda in Lombardia dopo Milano e Pavia, e ben prima di Brescia e Parma, a dotarsi di un'attrezzatura radiologica all'avanguardia. E' infatti il 1908 quando l'ospedale Ugolani Dati realizza un laboratorio Röntgenterapico per scopi diagnostici e terapeutici, affidandone la cura al primario chirurgo Tommaso Busachi. Pochi anni prima, l'8 novembre 1895, il fisico tedesco Wilhelm Conrad Röntgen nel corso di esperienze con tubi a raggi catodici, aveva scoperto che dall'anodo di questi tubi venivano emesse radiazioni, di natura misteriosa, capaci di impressionare le lastre fotografiche, che per questo motivo aveva chiamato raggi X. Aveva poi approfondito lo studio delle proprietà dei raggi, dimostrando che essi non vengono deviati da campi elettrici e magnetici, che sono capaci di ionizzare i gas e di suscitare la fluorescenza di particolari sostanze e che sono dotati di un elevato potere penetrante. Ma quel che più aveva colpito, sin dall'inizio, nella scoperta di Röntgen, che nel 1901 gli era valsa il premio Nobel per la fisica, era la possibilità di ottenere per mezzo dei raggi X, in virtù del loro diverso assorbimento da parte dei tessuti organici, "fotografie" per trasparenza dell'interno del corpo umano, aprendo alla medicina orizzonti del tutto nuovi.
Ovviamente la tecnologia dei materiali utilizzati non consentiva un utilizzo capillare della nuova metodologia medica e diagnostica, per cui i cosiddetti laboratori elettrologistici roentgenologi si diffusero molto lentamente e quasi sempre a seguito di iniziative private. Vi erano difficoltà obiettive: la mancanza di una rete pubblica di distribuzione della corrente elettrica, macchine ancora primitive, lastre costituite da sali d'argento allo stato colloidale, tubi radianti ricavati in grandi ampolle di vetri, con tempi di esposizione che, per una radiografia approssimativa di parti anatomiche di spessore modesto, richiedevano decine di minuti.
Effettuazione di una radiografia nel 1918
Eppure Cremona aveva intuito immediatamente le grandi potenzialità della nuova tecnica medica e diagnostica, tant'è che l'anno prima proprio un giovane cremonese, Massimiliano Fiorini, si era laureato in medicina all'università di Bologna ed aveva aperto un gabinetto roentgenologico privato in via Robolotti. Proprio il giovane Fiorini, che poi nel 1924 sarebbe diventato il primario di radiologia dell'ospedale maggiore e della casa di cura San Camillo, fondata nel 1904, è all'origine di un'aspra polemica scoppiata nell'autunno del 1909 che costituisce forse il primo esempio del conflitto tra assistenza pubblica e laboratori privati. Tutto nasce da un articolo pubblicato sul giornale “La Democrazia” in cui un certo “Già”, sigla dietro cui si nasconde Giovanni Arrivabene, aveva criticato aspramente il direttore del gabinetto röntgenologico dell'Ospedale Ugolani Dati. La paternità dell'articolo fu però attribuita al dottor Fiorini, titolare, appunto, dell'unico laboratorio privato. L'unico torto che aveva avuto il professor Busachi era quello di essersi rifiutato di utilizzare il laboratorio dell'Ugolani Dati per curare Arrivabene il quale, consigliato dall'Università di Bologna, si era rivolto alle cure del dottor Fiorini e, solo in un secondo tempo, in seguito alla chiusura dell'ambulatorio di quest'ultimo, all'ospedale. Ma, al di là del fatto personale, la polemica offre un interessante spaccato di quale sviluppo avesse avuto la nuova tecnica diagnostica e terapica a pochissimi anni dalla sua scoperta. Fiorini che entrò nel dibattito a piè pari, denunciò il fatto che all'Ugolani Dati non vi fosse personale specializzato che facesse funzionare la nuova attrezzatura, destinata a rimanere ferma o sottoutilizzata, per le terapie. “Così, senza scendere a troppi particolari - scrive Fiorini un articolo del 17 novembre 1909 – io ho sempre sostenuto che un Gabinetto Röntgenologico non può reggersi senza la direzione di una persona profondamente cognita della specialità che si occupi «esclusivamente» di questa branca della fisica medica. Di questo mio stesso parere io reputo, senza tema di smentita, tutti i medici cremonesi e gli eminenti professionisti di Bologna, Brescia, Lucca, Torino che Ella cita, i quali tutti avranno potuto con molta ragione approvare «soltanto» ed elogiare il magnifico, sontuoso impianto del Gabinetto ch'Ella ha la fortuna di dirigere, ma non il suo funzionamento. Di fatto, in tutte le città ch'ella s'è limitato di enumerare, esistono uno o più «specialisti» della materia, che esclusivamente si curano di radiologia. Anche qui Cremona del resto il bisogno di uno specialista era risentito, giacchè sta di fatto che io venni ripetutamente incaricato, ad es. dagli egregi primari Dalla Rosa e Conti, di interpretare le negative che Lei fornisce all'Ospedale Maggiore. Questo sta a provare che gli esimii colleghi trovano necessario che l'interpretazione delle negative venga data da un cultore della materia, perchè sono consci «della grave responsabilità» che un röntgenologo assume allora che ha da leggere una negativa.
Laboratorio radiologico del 1918
Nello stesso articolo Fiorini sottolineava che l'attrezzatura radiologica dell'Ugolani Dati era perfetta, ma non era mai entrata in funzione, “e ciò è dovuto al fatto che ben difficilmente un professionista può moltiplicare tanto la propria operosità da poter esercitare contemporaneamente le funzioni di primario di chirurgia, direttore di un ospedale ed annesso ambulatorio, nonché esercitare un Gabinetto Röntgenologico, che deve servire a due ospedali, che complessivamente sommano la bellezza di circa 900 letti”. La risposta risentita di Busachi non si fece attendere: nella replica spiegò che proprio al Gabinetto dell'Ugolani Dati era stata inviata da eminenti specialisti una paziente per effettuare una diagnosi con la nuova apparecchiatura, che il successivo intervento operatorio aveva confermato nella sua esattezza. Nella polemica si inserisce anche un altro misterioso dottor “Alfa” che, tra il serio ed il faceto, delinea in modo efficace quale fosse la situazione determinata in città dalla nuova tecnica diagnostica: “In questo momento – scrive su “Interessi cremonesi” del 6 dicembre 1909 - ballano la furlana i raggi röntgen, tanto sui giornali come nelle lezioni di cultura popolare, e Cremona va riempiendosi si radiografie, radioscopie, radioterapie e via discorrendo. Tutta una baraonda röntgenologica che fa raddrizzare i capelli, per permettere poi più facilmente possa compiersi una completa e fulminea depilazione elettrica eliminatrice di abbondanti degenze nei comparti dell'Ospedale maggiore”. Sì, perchè nel fervore generale verso la nuova tecnologia si era inserito anche l'Ospedale maggiore, che avrebbe voluto un'attrezzatura analoga a quella dell'Ugolani Dati, economicamente insostenibile e del tutto superflua: “Ce n'è d'avanzo dei gabinetti già esistenti – insiste il dottor “Alfa” - uno in ambiente spedaliero e l'altro impiantato da un privato professionista. Necessità per un nuovo impianto, non esistono affatto: a meno che possano ritenersi necessità i bisticci pettegoli che da un po' di tempo si accumulano intorno a questo nuovo servizio”. Le difficoltà tecniche nell'ottenere buone radiografie ed i costi spropositati rispetto ai risultati sconsigliano la moltiplicazione dei nuovi apparecchi: “Il consumo enorme delle lastre, i tubi che si rovinano, il personale che occorre, di fronte al limitato richiamo d'infelici al gabinetto ed ai guasti frequenti, la conseguente favorita chiusura del laboratorio per mesi e mesi, importano sacrifici enormi che il bilancio dell'Ugolani Dati non può in via assoluta sopportare ulteriormente”. In realtà la disputa non è solo su una questione di sostenibilità economica, ma su un diritto di primogenitura. Il dottor Massimiliano Fiorini, il primo medico ad essersi interessato alla nuova tecnologia diagnostica e terapeutica con i raggi X, avrebbe legittimamente desiderato assumere la direzione del laboratorio dell'Ugolani Dati, mentre l'Ospedale maggiore, privo di una attrezzatura, avrebbe voluto possederne per far concorrenza all'altro nosocomio. Il “dottor Alfa” mostra di conoscere molto bene queste dinamiche e spiega: “Se si fossero appagati i desideri del dottor Fiorini, non si avrebbe in città un doppio gabinetto Röntgen: e all'ospedale maggiore, pensionata la causale, reclamante per semplice supremazia, che parallelamente all'impianto dell'Ugolani Dati si procedesse almeno a consimile impianto nello Spedale Maggiore nessuno avrebbe più pensato a dispendiosi impianti per produrre bene o male dei raggi x o y”. Per cui “potrebbe essere fatta benissimo una fraterna – non cainesca – combinazione che permettesse allo Spedale Maggiore di avere co una spesa insignificante il gabinetto tanto utile pei tignosi, che non possono sopportare lunghi viaggi dal loro comparto nello Spedale Civico, la gabinetto dell'Ugolani”. Il laboratorio del dottor Fiorini non sarebbe costato più di otto mila lire, quindi “non potendosi concludere l'accordo tra i due Spedali cittadini, si avrebbe terreno libero e quindi nessun intralcio per concretare, col dottor Fiorini la cessione del suo gabinetto allo Spedale maggiore per detto prezzo”.
Una radioscopia nel 1918
Ma, aldilà delle valutazione economiche, il “dottor Alfa”, ci offre con una certa irriverente vis comica, che di lì a qualche giorno provocherà la risentita replica del dottor Fiorini, convinto assertore della validità diagnostica e terapeutica del laboratorio röntgenologico, quale fosse il contesto, fatto di grandi attese e ingenue speranze, in cui la polemica sui raggi X si inserisse: “Come al gabinetto Röntgen dell'Ugolani Dati non si è mai fatta o si è fatta male la radioterapia, perchè vi manca la persona che ne abbia la capacità, la quale si riscontra soltanto in chi abbia fatto tutti gli studi necessari ed abbia compiuti non brevi corsi pratici indispensabili; in una parola, in chi siasi specializzato nella materia; così anche nel ramo delle amministrazioni provinciali, aventi soprattutto l'incarico di curare bene la viabilità, occorrerebbero degli specializzati nelle costruzioni stradali. Questi specialisti, sarebbero capaci, scommetto, di applicare i raggi X – oggi che si producono in gabinetti economici – anche alla buona conservazione delle massicciate stradali. Come si spazzolano e si sottopongono a delicati e speciali massaggi i tessuti, le arterie, molte superfici del nostro corpo e si arriva perfino alla depilazione, senza bisogno del barbaro strappamento con pinze, possono così spazzolarsi elettricamente e sottoporsi a massaggi utili le superfici delle strade provinciali e ottenere la loro rasura da tutte le erbe tignose che le infestano nonché la perfetta loro uniformità di piano, con vera compiacenza di coloro che, dovendo percorrerle in vetture, da un po' d'anni, vanno soggetti a disturbi intestinali per gli sballottamenti che offrono. I pesanti compressori che si muovono con tanta difficoltà sulle nostre strade e, si capisce, costano troppo, potrebbero benissimo essere più utilmente sostituiti da opportuni ed economici gabinetti di...radiostradalogia, capaci di rimediare ai danni che le...diminuite carreggiature, per la aumentata diffusione dei trasporti per vie ferrate, producono alle più importanti arterie stradali. Siamo in materia anche qui di arterie ed il massaggio elettrico fatto d aspecialisti può essere indicatissimo, almeno ciò indicava un abitante della luna al dottor Alfa”.
Ma Fiorini non si lascia per nulla impressionale e, forte delle sue convinzioni, ribatte che nel 1908 all'Ospedale maggiore erano stati inviati in cura 26 tignosi, che avevano comportato 1989 giorni di degenza con una spesa, calcolata in media 1,50 lire al giorno, di ben 2983,50 lire quando, con una radiologica, si sarebbero spese soltanto 600 lire. “Allorchè un giorno gli amministratori dell'Ospedale Maggiore saranno convinti della necessità di esaudire un giusto desiderio di tutti i sigg. Primari dell'Ospedale, si vedrà allora, dopo qualche tempo di esercizio, che quanto ho più sopra esposto risponde alla più assoluta verità. Ed io mi auguro per il ben di molti ammalati che un tal giorno non sia troppo lontano”.

Quel giorno sarebbe arrivato qualche anno più tardi quando, nel 1916, all'Ospedale Maggiore sarebbe stato aggregato l'Ospedale Ugolani Dati dopo oltre tre secoli di autonomia e nel 1924 il Dottor Fiorini sarebbe diventato primario di radiologia.